Si è conclusa stamani l’indagine ‘Cartagena’, avviata nel 2014 dalla Squadra Mobile di Cagliari sotto la direzione della Dda del capoluogo. Oggi i poliziotti della Mobile hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a Gianluca Columbu, 49enne, già detenuto per traffico internazionale di stupefacenti, mentre l’altro destinatario dell’ordinanza, il guatemalteco Miguel Estuardo Romero Huarte, 39enne risulta irreperibile e al momento ricercato. Stamani è stato perquisito il suo ultimo domicilio a Firenze.

I due sono accusati far parte di un’organizzazione criminale che aveva organizzato un traffico di cocaina direttamente dalla Colombia a Cagliari, e per la prima volta senza passare attraverso i canali tradizionali dei casalesi, siciliani e calabresi. L’indagine, denominata ‘Cartagena’ dal nome della città colombiana in cui era detenuto l’organizzatore del traffico, Daniele Marras cagliaritano 42enne, partì nel 2014 dopo il sequestro di due chili di cocaina al porto di Cagliari.

Questo era il primo di sette carichi da due chili effettuato direttamente dalla Colombia con un sistema ingegnoso: ne fu trovata subito una parte nel doppio fondo di un trolley nuovo di fabbrica, mentre l’altra fu trovata dopo accurati approfondimenti nella suola di alcuni sandali e in una busta di caffè. Il carico fu sequestrato a Maurizio Garrucciu il 7 aprile del 2014, che partì da Civitavecchia (la droga era arrivata in Italia in aereo dal Sud America) alla volta di Cagliari con un’auto che gli aveva fornito Columbu.

L’organizzatore del traffico, Daniele Marras, quando era in carcere a Cartagena, poteva contare su un cellulare ‘di servizio’ a disposizione dei detenuti di quel penitenziario per organizzare il traffico di droga, potendo contare anche sui rapporti che aveva allacciato con i rappresentanti dei cartelli colombiani. Dal carcere aveva quindi architettato, con la moglie Nadja Marras, allora residente in Svizzera, l’invio di 14 kg di cocaina. L’arresto del corriere con il primo carico da due chili però di fatto stroncò il complesso canale di traffico di stupefacente. Tutt’ora Marras e la moglie Nadja, insieme a Garrucciu risultano indagati, ma non destinatari di provvedimenti della Dda.