Attenzione agli stravolgimenti sulle coste. “Soprattutto se aprono le porte al mattone”.

L’avvertimento arriva dagli ambientalisti del Gruppo d’intervento giuridico dopo le prime indicazioni che arrivano dai nuovi assessori della Giunta regionale. “Non hanno nemmeno iniziato a lavorare – contrattacca il Grig – e già annunciano stravolgimenti o rivisitazioni della normativa di tutela costiera per aprire la strada al cemento sui litorali. Sappiano che in tal caso avranno la risposta adeguata”. Gli ecologisti ricordano innanzitutto che le “normative di salvaguardia costiera e piano paesaggistico sono obblighi non derogabili, previsti dalla normativa nazionale”.

Per quanto riguarda gli hotel il Grig parla di ridotto tasso di occupazione delle strutture: “22% per le strutture alberghiere e 9,1% per quelle extralberghiere”. La proposta: meglio sfruttare gli immobili vuoti (tanti secondo l’ultimo report di Cna” e lanciare gli alberghi diffusi. “Il potenziale isolano è notevole”, spiegano gli ambientalisti. E ben potrebbe rivitalizzare i tanti borghi semi-abbandonati: “nel 2018 i 14 alberghi diffusi e gli 80 alberghi residenziali, con una offerta complessiva di 14.278 posti letto (l’1,5% delle strutture e il 6,5% dei posti letto), hanno infatti accolto 192.756 arrivi e 1.182.513 presenze, pari rispettivamente all’8,1% degli arrivi e l’11% delle presenze complessivamente registrate in regione”.

 Insomma, lo sviluppo, secondo l’associazione, non passa per la moltiplicazione del mattone. “In realtà – spiega il Grig – per migliorare l’offerta turistica sembrano prioritarie altre iniziative, a iniziare dal radicale miglioramento dei collegamenti aerei e navali in continuità territoriale o comunque attraverso meccanismi di abbattimento dei costi per i non residenti, continuando con una politica efficace delle aree naturali protette e dei beni culturali per ampliare offerta e stagione turistica (per esempio, l’istituzione del parco naturale della Giara in connessione con l’area archeologica di Barumini, itinerari eno-gastronomici e culturali locali), per finire con la promozione di veri e propri “pacchetti turistici” specifici per mete ed eventi”.