Una pioggia di richieste di rinvio a giudizio è stata confermata oggi dal pubblico ministero Marco Cocco davanti al Gup del Tribunale di Cagliari, Nicola Clivio, all’udienza preliminare scaturita dall’inchiesta “Geo&Geo” sull’Igea.

Chiuse le indagini, davanti al giudice sono finiti in 71: una manciata di indagati per reati minori ha chiesto di patteggiare o il rito abbreviato e per loro è stata confermata la data del 24 settembre. Oggi, invece, il pm Marco Cocco ha discusso per quelli che non hanno chiesto riti alternativi e, se rinviati a giudizio, dovranno andare a dibattimento.

Il magistrato che ha guidato l’indagine ha così rinnovato la richiesta di processo, tra gli altri, per l’ex presidente della società Giovanni Battista Zurru, l’ex sindacalista Marco Tuveri, la dipendente Daniela Tidu, il consigliere regionale Giorgio Oppi (Udc) e il nipote Enrico. Ha però stralciato la posizione del sindacalista Mario Cro (difeso da Riccardo Schirò) per il quale si profila il non doversi procedere. Chiusa l’indagine, a seguito di una memoria difensiva, il pm ha disposto nuove indagini istruttorie e sentito un testimone che ha scagionato il sindacalista.

Il fascicolo sull’Igea era stato aperto nel 2012, ma nel 2015 c’era stato l’arresto – su ordine di custodia cautelare – dell’ex presidente Zurru, finito ai domiciliari, e dell’ex sindacalista Tuveri, mandato in carcere a Uta. Inizialmente erano state iscritte nel registro degli indagati 63 persone.

Completate le indagini, però, il pm, nel gennaio 2016, aveva notificato 95 avvisi di conclusione delle indagini preliminari.

Dall’azienda – secondo le accuse – sparivano carburante, attrezzature e materiali della società, ma il sistema era più ampio e gli inquirenti hanno ritento che venissero truccati gli appalti e si dessero in cambio contratti a termine o lavori urgenti in cambio di voti. Alla fine settembre 2017 il pm Cocco aveva formulato la richiesta di rinvio a giudizio per 71 persone. Martedì prossimo, 28 maggio, prenderà la parola Gianluca Aste, difensore di Giorgio Oppi che potrebbe chiedere di essere sentito dal giudice.