Riprende il via uno straordinario progetto di inclusione sociale e riabilitazione rivolto ai detenuti. Si tratta di un laboratorio che culminerà con la messa in scena di uno spettacolo teatrale e che vedrà protagonisti i detenuti della Casa Circondariale E. Scalas di Cagliari – Uta.

Ad avviare il progetto l’associazione “Il miglio verde”, da tempo impegnata in progetti di utilità sociale, con il patrocinio dell’Ordine degli Psicologi della Sardegna e il partenariato del CSV Sardegna Solidale. Il laboratorio sarà diretto dall’Attore e Regista Alessandro Concas, co-direttore artistico insieme a Margherita Delitala, della compagnia Talenti Stravaganti, già da tempo impegnata in progetti di Teatro Sociale e laboratori teatrali low-cost per tutta la comunità.

Il lavoro di regia e direzione artistica sarà coadiuvato dalla psicologa professionista Rosella Floris cui è affidato il compito di supportare e sostenere tutti i partecipanti del gruppo in un clima che promette di essere stimolante e coinvolgente.

Il progetto “LiberaMente Dentro” è basato sui metodi didattici propri del teatro e mira a rendere il carcere non solo un Istituto di pena ma anche un Istituto di cultura, un luogo dove le contraddizioni e le energie in esso presenti vengono valorizzate e trasformate in senso costruttivo e propositivo, non solo in senso contenitivo.

“Sarà una preziosa opportunità, perché la disciplina teatrale è formazione tecnica e artistica atta ad aprire diverse strade e opportunità lavorative – spiega Alessandro Concas, direttore artistico del progetto – ma non solo, il teatro apre la mente, sviluppa l’ascolto e l’empatia; favorisce il lavoro di gruppo piuttosto che l’individualismo e l’ego; consente di apprendere una serie di strumenti che nel lavoro dell’attore sono essenziali, ma possono servire anche alla vita di tutti i giorni”.

Il teatro dunque come luogo ideale in cui i detenuti possano indirizzare le proprie potenzialità creative e attraverso questo ricostruire un’identità sociale e un’opportunità di reinserimento nella cittadinanza attiva, verso il riscatto. Un modo per sostituire i meccanismi relazionali basati sulla forza, sul controllo e sulla sfida con quelli legati alla collaborazione, allo scambio e alla condivisione.

Tra gli obiettivi di questo percorso ci sono infatti la promozione del benessere sociale e di stili di vita sani, l’umanizzazione della pena, la creazione di un contesto pedagogico, di crescita soggettiva e collettiva attraverso un nuovo senso di essere-nel-mondo, la prevenzione della recidiva nonché la crescita e lo sviluppo del legame socioculturale esistente tra carcere e territorio.

Il messaggio che si intende dare vuole travalicare le mura del carcere e arrivare fuori, affinché l’opinione pubblica sia sensibilizzata sui problemi connessi all’ambito penitenziario attraverso pubblici dibattiti, attività editoriali ed eventi culturali nonché attraverso una raccolta fondi a favore del progetto.