Le foto ricordo dei bambini a scuola sono una tradizione ormai consolidata negli anni. Ognuno di noi, se fruga nel cassetto della memoria a casa dei propri genitori, trova ancora le foto scattate gli ultimi giorni di scuola, come a lasciare un ricordo, un messaggio indelebile di quegli anni.  Insieme alle nostre e a quelle dei nostri fratelli, spesso troviamo anche quelle dei nostri genitori e, diventa inevitabile il confronto dei tempi che cambiano lasciando una flebile traccia, gli aneddoti i dei nonni e genitori che, spesso con nostalgia, guardandole raccontano di quegli anni lontani.

La foto ricordo è quasi un rito, che anno dopo anno si ripete sul finire della scuola. Un rito per i genitori che vogliono assolutamente avere un ricordo tangibile di quei mesi e un rito per i bambini che, quasi a nascondere l’emozione, sfoderano un grande sorriso davanti all’obiettivo.

A Milis, paese dell’oristanese che conta poco più di 1500 anime, quest’anno, questo rito, che ha coinvolto generazioni e generazioni di alunni, pare sia stato bruscamente interrotto.

La preside, così come ci raccontano le mamme, parla di tutela dalla privacy degli alunni del suo istituto. Tra le norme contrarie addotte dalla preside vi sarebbero quelle europee, di recente emanazione, entrate in vigore il 25 maggio 2018, specifiche per la tutela dell’immagine dei minori.

Ma i genitori non ci stanno. Non tutti l’hanno presa bene: soprattutto perché viene negata la realizzazione di una foto, che negli anni diventa particolarmente preziosa, che lascia un segno indelebile degli anni più belli dei propri figli. Soprattutto perché nelle altre scuole dell’Isola, ma anche nella stragrande maggioranza di quelle del Paese, i clic di fine anno continuano ad immortalare bambini e ragazzi all’interno delle scuole. Naturalmente, sempre previo consenso scritto delle famiglie degli alunni.

“La dirigente – ha raccontato una mamma a Cagliaripad – ci ha negato la possibilità di fare le foto ai bambini all’interno della scuola, spiegando che ci sono problemi legati alle normative europee. Abbiamo insistito, ma non c’è stato verso di convincerla.  Ci ha detto che se vogliamo possiamo farle fuori, nel cortile, alla fine delle lezioni”.

Quindi fuori si può? La soluzione pare ci sia. I genitori, che si sono visti negare la richiesta di presentare liberatorie ancora più “stringenti”, si dicono pronti a organizzare, per conto loro, foto di classe davanti alla scuola per quella di gruppo e, all’interno dell’unico studio fotografico del paese per quelle singole. Trovandosi così costretti, non senza difficoltà, a ricreare l’ambiente scolastico fuori dall’istituto.

di Francesca Melis