“I pastori non sono d’accordo sul fatto che il tavolo ministeriale si sposti all’Assessorato dell’Agricoltura a Cagliari, ancora in fase di allestimento, e sul fatto che si voglia riportare i tavoli a quelli interrotti il 19 gennaio”.

Lo dichiara all’ANSA Gianuario Falchi, uno dei portavoce dei pastori impegnati nella vertenza sul prezzo del latte. “Noi ci chiediamo – osserva Falchi – visto che ai tavoli ministeriali c’erano tutti gli stessi che vogliono ritornare al 19 gennaio, come mai non hanno esposto questi importanti risultati e forse si sono dimenticati di cosa sia successo dopo quei famosi tavoli verdi (milioni di litri di latte buttati e tante persone denunciate). Noi non ci vediamo nessun motivo di spostare questi tavoli dalla Prefettura di Sassari soprattutto perché non ci fidiamo più e vogliamo che il ministro e il prefetto ci facciano da garanti”.

“Non credo sia un problema logistico mandarli avanti – prosegue il portavoce dei pastori – anche perché da come se ne sta parlando sembra che la protesta del latte sia finita e sia tutto risolto, anzi, pensiamo che l’Assessorato debba cambiare marcia e fare la sua parte visto che dopo tre mesi dalle elezioni è ancora fermo, dovrebbe occuparsi nell’immediato di quei 10 milioni della Sfirs e dei 10 milioni dell’ammasso volontario che sarebbe già dovuto essere fatto e non da oggi che rischia di collassare qualche cooperativa per mancanza di credito e ciò vorrebbe dire latte non pagato ai pastori”. Falchi conclude con un appello a tutti i pastori della protesta: “Il 31 maggio alle 10.30 fuori dalla Prefettura dobbiamo essere numerosi, perché potrebbero esserci decisioni importanti da prendere, soprattutto per questa insistente richiesta generale a spostare il tavolo all’Assessorato all’agricoltura”.