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Si vanno delineando con maggior chiarezza i contorni dell’omicidio di Adolfo Musini, l’88enne ucciso tra giovedì e venerdì scorsi in Piazza Valsassina a Cagliari, per i quale è accusato Eugenio Corona, 40enne pregiudicato e tossicodipendente di Cagliari, vicino di casa della stessa vittima. Un quadro di estremo degrado sociale formato da tossicodipendenti e incuranti spacciatori che si ritrovano nei sottoscala dei ‘palazzoni’ non solo per consumare ‘sniffare’ cocaina ma per consumarla anche con procedimenti che ricordano quelli del crack.

Arrestato lunedì mattina dopo la scoperta del cadavere, Eugenio Corona aveva appena commesso un altro delitto: infatti si era introdotto in un appartamento di via Podgora e, con lo stesso modus operando con i quale aveva ucciso Musini due giorni prima, ha accoltellato Ivaldo Marci, 64enne, infliggendogli una decine di coltellate che per puro miracolo hanno solo sfiorato le arterie e l’aorta. L’uomo dopo un delicato intervento chirurgico è stato salvato dai medici.

Corona dopo l’assassinio dell’anziano è andato con vestiti sporchi di sangue in un sottoscala delle “case parcheggio” di Via Timavo, nel quartiere di Is Mirrionis, dove abita il suo amico Antonio Perra, 41enne anch’egli pregiudicato, che lo ha aiutato a cambiarsi dandogli propri vestiti ed occupandosi di disfarsi degli indumenti macchiati. In seguito alle immediate indagini, indirizzate verso l’ambiente dei tossicodipendenti della zona, i Carabinieri hanno effettuato diverse perquisizioni, tra le quali in casa di Perra e nelle sue pertinenze. I militari del Nucleo investigativo e della Stazione di Cagliari-Sant’Avendrace hanno trovato le scarpe indossate al momento dell’omicidio all’interno dell’abitazione di Perra e gli indumenti gettato nella spazzatura, di fronte la stessa palazzina.

Nell’evoluzione delle indagini, i carabinieri del Nucleo Investigativo provinciale di Cagliari, hanno denunciato oggi altre tre persone. Dopo aver accertato che l’omicida, dopo aver ucciso Musini e aver asportato qualche centinaio di euro mettendo la casa a soqquadro, è tornato sul luogo del delitto con un complice per rubare un televisore, incuranti del cadavere. Quest’ultimo complice dell’assassino è poi tornato nella casa di Musini per rubare un computer e ad attenderlo all’esterno ci sarebbe stato un extracomunitario.

La prima persona è una 32enne, compagna di Antonio Perra, arrestato per favoreggiamento, e anche lei accusata di favoreggiamento personale perché avrebbe collaborato a tentare di nascondere l’abbigliamento sporco di sangue dell’omicida Corona. Il secondo è Filippo Piras, per furto in abitazione poiché, prima con il Corona e poi in compagnia di un soggetto in fase di identificazione, ha rubato un televisore ed un computer dall’abitazione della vittima. La terza persona è un 37enne con precedenti di polizia, per ricettazione. Infatti è il gestore di un circolo della zona di Is Mirrionis che acquistava la refurtiva.

Una vicenda che si inserisce nel profondo degrado della periferia di Cagliari, in mano alle bande di spacciatori ed ai tossicodipendenti con un’alta pericolosità sociale, dimostrata dal Corona e dai compici, che pur di ottenere denaro non esitano ad uccidere persona anziane e inermi.