Senatore e governatore della Sardegna dopo 100 giorni alla guida della Regione: Christian Solinas riveste il doppio incarico dalla vittoria del centrodestra alle elezioni del 24 febbraio 2019. Due ruoli incompatibili, come previsto dalla Costituzione e come fa notare oggi la Fondazione Openpolis in un rapporto.

Tuttavia al titolare non viene imposto alcun termine entro il quale rinunciare a fare il parlamentare. Se un senatore non lascia di sua spontanea volontà il seggio a Palazzo Madama, sarà la Giunta delle elezioni e delle incompatibilità del Senato, dietro sollecitazione, ad obbligarlo entro trenta giorni. Decorso questo termine senza presentazione formale delle dimissioni, il parlamentare in questione decade dalla carica.

Nel caso del presidente della Regione Sardegna, la Giunta non si è ancora attivata. Per la verità – secondo quanto apprende l’ANSA – Solinas avrebbe cercato di dimettersi già più di una volta, ma la Lega, cioè il partito con cui è stato eletto in Senato, gli avrebbe sempre chiesto di aspettare. E il governatore così ha fatto. Ma aspettare cosa? L’esito dei quattordici ricorsi presentati all’indomani delle Regionali in Sardegna.

In particolare di quelli che, se accettati dal Tar Sardegna – mercoledì 12 giugno la prima udienza – avrebbero l’effetto sorprendente di far perdere il posto nell’Assemblea isolana a tutti gli otto eletti del secondo partito più votato, cioè il Carroccio. In questo caso la volontà popolare non sarebbe più rappresentata e per questo, secondo alcuni, il ritorno a elezioni sarebbe inevitabile.