Esiste in Sardegna un enorme potenziale rappresentato dalla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente.

Negli ultimi dieci anni sono stati effettuati nell’isola circa 292 mila interventi di ristrutturazione edilizia abitativa, ma ci sono ancora oltre 415 mila abitazioni sarde non hanno visto alcuna attività di manutenzione straordinaria. È un dato significativo, visto che il 42% delle abitazioni (296 mila su un totale di circa 707 mila) insiste su edifici costruiti prima degli anni Settanta e ha quindi più di 50 anni. Delle circa 126 mila abitazioni che versano in uno stato di conservazione mediocre o pessimo, circa 80 mila (il 63%) non è stato oggetto di alcun intervento (la media italiana è del 57%) e soltanto l’8% ha beneficiato di interventi su elementi strutturali. Lo rileva un rapporto della Cna.

Anche il patrimonio edilizio pubblico potrebbe essere riqualificato: su circa 1.627 edifici scolastici (tra scuola primaria e secondaria) il 52% è stato costruito prima del 1975.

Si tratta di circa 840 edifici, molti in cemento armato, che necessitano di un monitoraggio e di una manutenzione continua.

Nell’ultimo quadriennio le abitazioni ristrutturate nell’isola sono state circa 119 mila, di cui 44 mila nella provincia metropolitana di Cagliari e 39 mila a Sassari. Nello stesso periodo l’ammontare degli investimenti è stato circa 3,2 miliardi di euro, per un valore medio di 26.500 euro ad intervento. Considerando gli immobili che necessitano di interventi di rinnovo, si ottiene un potenziale residuo di circa 2,1 miliardi di euro che corrispondono, considerando l’impatto occupazionale diretto e indotto, a circa 32 mila addetti.

Secondo Francesco Porcu e Antonello Mascia, rispettivamente segretario Cna Sardegna e presidente di Cna Costruzioni, “sebbene il potenziale per la rigenerazione edilizia e immobiliare risulti consistente non esiste un vero e proprio progetto per la riqualificazione del tessuto immobiliare sardo ma una polverizzazione di interventi spiccioli. Occorre garantire tassi di ristrutturazione più elevati e sostenere l’ammodernamento del patrimonio immobiliare pubblico e privato con le ‘tecnologie intelligenti'”.