Il Consiglio regionale della Sardegna con il fiato sospeso. Domani al Tar, alle 11, saranno discussi i primi dei quattordici ricorsi presentati all’indomani delle elezioni regionali del 24 febbraio scorso. L’attenzione è tutta focalizzata su quello sottoscritto da Antonio Gaia e Pierfranco Zanchetta dei Cristiano popolari socialisti insieme con Marzia Cilloccu del Campo Progressista. Se il Tribunale amministrativo lo accettasse, e poi il Consiglio di Stato confermasse, la Lega, primo partito della coalizione di centrodestra uscita vincitrice dalle urne, perderebbe tutti i suoi otto eletti. La volontà popolare non sarebbe più rappresentata e per questo, secondo alcuni, il ritorno a elezioni sarebbe inevitabile.

In questo caso estremo il presidente della Regione Christian Solinas – che nel frattempo ricopre anche la carica di senatore e non ha un vice, perchè deve essere ancora nominato – potrebbe anche sciogliere l’Assemblea. Tornando al ricorso, i tre contestano l’adesione tecnica di alcuni consiglieri a sette partiti non rappresentati in Aula nella passata legislatura: Lega, Sardegna civica, Fortza Paris, Sardegna in Comune, Futuro Comune, Noi la Sardegna, Energie per l’Italia. Obiettivo, consentirgli di partecipare alle elezioni senza bisogno di raccogliere le firme. L’obiezione dei tre è chiara: i “patrocinatori” si sono comunque presentati con le rispettive forze politiche, non con quelle che hanno cercato di aiutare.

Oltre agli otto del Carroccio, se i giudici amministrativi accettassero i ricorsi, dovrebbero lasciare il posto nell’Assemblea Roberto Caredda di Sardegna Civica e Maria Laura Orrù di Sardegna in Comune, Valerio De Giorgi (Fortza Paris), Franco Stara (Futuro comune con Massimo Zedda), Diego Loi (Noi con Massimo Zedda), Antonio Piu (Fututo comune con Massimo Zedda).