“Sebbene dotati di una enorme capacità di comprensione non crediamo che i lavoratori, i quali hanno ricevuto un colpo durissimo dalla decisione, comunicata a mezzo stampa, di riduzione del personale appena qualche giorno fa, siano in grado di capire i motivi del suo invito. In primis perché i dipendenti della CICT continuano a lavorare con impegno e dedizione nonostante tutto, e ad oggi pure senza stipendio, del quale Ella, con quanto riportato al punto a), ci comunica l’erogazione al 19 giugno, facendo intuire che anche il successivo non avrà diversa sorte che quella di un nuovo ritardo. Continuano a lavorare nonostante le voci che si rincorrono, forse incontrollate, e che gettano nello sconforto centinaia di famiglie. Continuano a lavorare perché vogliono lavorare e portare a casa lo stipendio; non si divertono certo a fare gli scioperi, che ricordiamo sono fatti per ragioni a Lei note”.

“Per quanto Ella asserisce al punto b) ci permettiamo di segnalare a lei, come a tutti i gli altri soggetti istituzionali in indirizzo, le interessanti dichiarazioni pubblicate sul sito della società Hapag-LLoid: “Please note that Hapag-Lloyd is forced to stop acceptance of cargo to/from Cagliari with immediate effect as CICT (Cagliari terminal operator) has stopped to serve container vessels. Hapag-Lloyd is looking for alternative solutions which will be communicated in due time”.

“Quanto sopra sembrerebbe confliggere, a voler rimanere in ambito strettamente eufemistico, con quanto da Lei dichiarato sulle navi che volevano attraccare ma avrebbero scelto di dirottare altrove le proprie merci.

Quale che sia la verità pare evidente che il motivo del mancato attracco non sia stato il malessere delle maestranze, che continuano a lavorare (lo ribadiamo per l’ennesima volta) con spirito di sacrificio e con notevoli disagi economici.

Per quanto al punto c) siamo noi rappresentanti sindacali a rivolgerLe un appello affinché faccia arrivare le navi presso il terminal di Cagliari, perché solo così si batte la crisi: con il lavoro.

Rivolgiamo invece un appello ai soggetti istituzionali in indirizzo affinché intervengano sulla società, andando a verifica della convenzione, facendosi carico al contempo delle sorti lavorative degli oltre duecento dipendenti lavoratori, prevedendo per loro uno scudo politico che li metta al riparo, e con loro il Porto Industriale di Cagliari, dagli effetti devastanti della crisi in atto”.

Il Sindacato Usb Sardegna