Il primo match point è per Venezia. L’Umana Reyer ha fatto valere il fattore campo, martedì sera, battendo al PalaTaliercio la Dinamo Banco di Sardegna 78-65 e portandosi sul 3-2 nella serie che vale lo scudetto.

Per gli uomini di Walter De Raffaele il secondo titolo in tre anni dista una sola vittoria: giovedì alle 20.45 al PalaSerradimigni c’è gara6 e vincendo i lagunari festeggerebbero già. Il Banco, invece, è con le spalle al muro: per conquistare il secondo scudetto della sua storia la squadra di Gianmarco Pozzecco deve vincere domani e sabato a Venezia. Venezia ha dominato, Sassari non è mai stata in vantaggio e a lungo ha trovato il canestro con i soli Thomas e Spissu: troppo poco. La sfida resta apertissima e la Dinamo domani può allungare la serie, ma Venezia si presenta in ottime condizioni: con due match ball a disposizione, reduci da una prova di alto livello, i veneti fanno paura. Dovrà affrontarli la migliore Sassari, quella vista domenica scorsa: leggera e desiderosa di giocare e divertirsi.

Ieri, l’avvio poco brillante ha tolto sicurezza alla Dinamo, condizionando la partita. “Qui dentro non si può giocare una finale scudetto”, attacca Pozzecco, unendosi al coro di tutta l’Italia cestistica per l’impraticabilità del Teliercio. È arrabbiato per l’infortunio di Stefano Gentile. “Giochiamo in un catino”, accusa. Sulla prova della sua squadra è onesto e telegrafico, ma non è contento neanche dell’arbitraggio. “Io non piango, chi è abituato a piangere dopo ogni partita vada a quel paese – taglia corto Pozzecco – lasciamo che i protagonisti siano i giocatori”. Rashawn Thomas, ieri tra i più positivi, è categorico. “Non è finita, possiamo e dobbiamo fare meglio di così”, dice dopo il match ai giornalisti sardi presenti a Venezia.

“Non siamo partiti bene – dice – per vincere qui e per tenere aperta la serie dobbiamo essere più aggressivi e più attenti”. Molto severo Dyshawn Pierre. “Non siamo stati abbastanza duri e precisi, non siamo mai andati in vantaggio, abbiamo sprecato più volte l’occasione per farlo, sbagliando tiri aperti”.