“Le lungaggini dell’iter burocratico colpiscono perlopiù i premi comunicati, che vengono erogati sempre in ritardo”. A sostenerlo è direttamente la Coldiretti Sardegna, in una nota stampa.

“Per quanto riguarda le produzioni integrate – si legge – che incentivano l’utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari e dei fertilizzanti, l’attesa dura ormai 3 anni. Una situazione che grava, in termini di costi e tempo, sulle imprese agricole, costrette nel mentre a spendere per rispettare i parametri delle misure. Stesso scenario con la difesa del suolo, che ha il fine di evitare il degrado e la perdita e/o favorire il ripristino della fertilità naturale dei terreni agricoli, le cui  domande sono ferme dal 2016 e in alcune annualità si è arrivati ad avere in anomalia circa l’80% del totale delle domande presentate”.

“E’ palese che il sistema non funziona e che tutte le disfunzioni ricadono e penalizzano le aziende agricole – commenta il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -. E’ necessaria una riforma organica che semplifichi i procedimenti. Come pensiamo di avere un’agricoltura competitiva quando sono le istituzioni stesse a frenarne lo sviluppo?”.

“L’80 per cento delle pratiche in anomalia, attese lunghe tre anni, senza dimenticare gli interventi per calamità naturali del 2017 che procedono ancora a rilento, sono numeri che parlano da soli – ribadisce il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu che si appella al neo assessore all’agricoltura – per sbloccare immediatamente questa situazione al limite del ridicolo e allo stesso tempo per lavorare a riformare il sistema e pensare a procedure snelle ed efficaci e non guidate dalla burocrazia cieca e nemica delle imprese”.