Il Movimento 5 Stelle si oppone alla realizzazione del deposito costiero di gasolio ad Arbatax, previsto nella fascia dei 300 metri dal mare, in una zona naturalistica importante e tutelata dal Piano paesistico regionale. Lo sostiene il deputato Pino Cabras, intervenuto sulla questione con una interrogazione, sottoscritta anche dai parlamentari Luciano Cadeddu, Emanuela Corda e Alberto Manca, per chiedere al ministro delle Infrastrutture Toninelli e a quello dell’Ambiente della tutela del territorio Costa di rendere più stringente la disciplina in materia di valutazione di impatto ambientale “soprattutto per quelle opere che dovrebbero sorgere in aree la cui economia è basata principalmente sui settori della pesca e del turismo”.

“A decidere che l’opera potesse essere realizzata senza la procedura di valutazione di impatto ambientale era stata, a pochi giorni dalla fine del suo mandato, la Giunta Pigliaru con la delibera n. 6/44 del 5 febbraio 2019”, così si legge nella nota. Nel progetto, presentato dalla società New.G S.r.l., si contempla la costruzione di un impianto di stoccaggio di gasolio della capienza di 31 mila metri nell’area dell’ex centrale elettrica della cartiera di Arbatax, su una superficie complessiva di circa 22 mila metri quadrati, a circa 260 metri dal mare e a 600 metri dalle abitazioni di Arbatax. Più specificatamente, si prevede il ripristino dei due serbatoi esistenti per lo stoccaggio di gasolio, la costruzione di tre nuovi serbatoi, di cui uno con funzione di accumulo ed erogazione di gasolio per autotrazione e due destinati alla procedura di colorazione del gasolio, per generare gasolio agricolo e per riscaldamento, altre  alla realizzazione di una nuova condotta per il trasporto del combustibile, in un’area in cui sono presenti beni paesaggistici ed ambientali sottoposti a vincolo dal Codice Urbani. Inoltre una porzione della fascia costiera verrebbe attraversata dalla condotta di collegamento tra la banchina e i serbatoi”.

Nell’interrogazione, conclude Cabras, è scritto “comitati e amministratori locali hanno posto in rilievo i potenziali rischi ambientali e sanitari relativi alla realizzazione di un tale impianto a poca distanza dal mare e dai centri abitati, nonché in prossimità di beni paesaggistici e ambientali sottoposti a vincolo, oltre ai potenziali danni emergenti per gli impianti ittici presenti nella zona. Per questo i parlamentari 5 Stelle chiedono ora al governo di intervenire, per “garantire una più efficace tutela e salvaguardia delle ricchezze ambientali, nonché una maggiore rispondenza ai principi di prevenzione e precauzione previsti dalla normativa comunitaria”.