900.000, sono le persone che hanno inondato gli stadi per i “Non Stop Live tour” iniziato un anno fa. Due le tappe esclusive: Milano e Cagliari con una scaletta oseè, talmente oseè che ha sorpreso anche i fedelissimi.

Ha dispensato energia e suscitato emozioni, diverse, un turbine di emozioni continuo, senza fine. È senza dubbio l’unica Rock Star che l’Italia abbia mai avuto, il suo Rock è libero.

Vasco è un cantautore o meglio un “Provoc-autore”, i suoi temi ricorrenti sono: la provincia, l’emarginazione, il pregiudizio, la solitudine, la rabbia, la voglia di fuga, la dissacrazione, la ribellione. Immancabile poi, l’ironia, a volte il sarcasmo che ridimensiona il tutto ma dà comunque un segnale preciso di denuncia.

Qui si fa la storia è il brano con cui Vasco inizia e si crea subito l’intesa, la complicità. Uno spettacolo nello spettacolo. Il pubblico protagonista insieme lui. Un pubblico che non ha mai smesso di cantare, di ballare, di ridere, piangere. Reggiseni tolti in diretta e lanciati sul palco: rito immancabile con Rewind accompagnato da qualche perizoma.

29 canzoni per due ore e mezza filate e di puro godimento. Un continuo interagire con la band: da Vince Pastano, chitarra il “capo orchestra”, a Stef Burns chitarra solista, Matt Laug batterista, Alberto Rocchetti pianoforte e tastiere, Frank Nemola alla tromba, e il Gallo, al secolo Claudio Golinelli quest’anno guest star di questo tour.

Il mood punk rock si è rivelato vincente con l’ingresso trionfante di Beatrice Antolini, polistrumentista, si è fatta notare quest’anno anche alla fisarmonica.

Poi quel messaggio finale: “Ce la farete tutti”: Vasco il re degli stadi, il suo never tour, lui è anche questo: almeno una volta all’anno amalgamarsi con le persone che lo amano e che lui ama, per raccontare, ancora una volta “Cosa succede in città”.