Una immagine di Marco Vannini tratta dal suo profilo Facebook. FACEBOOK MARCO VANNINI +++ ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA +++

Favoreggiamento e falsa testimonianza. Questi i reati per cui è indagato l’ex comandante della Stazione dei carabinieri di Ladispoli Roberto Izzo sugli sviluppi relativi alla morte di Marco Vannini. La notizia è riportata oggi dal Messaggero. Secondo un teste Izzo avrebbe consigliato a Antonio Ciontoli, condannato per sparato a Vannini, di prendersi la responsabilità dello sparo e ‘coprire’ così il figlio Federico.

Marco Vannini morì dopo essere stato raggiunto da un colpo di pistola nella villa dei genitori della fidanzata, a Ladispoli, il 17 maggio 2015. Per la morte di Vannini è stata condannata in secondo grado l’intera famiglia della fidanzata: il capofamiglia Antonio Ciontoli -ex sottufficiale della Marina e ex 007- a 5 anni, la moglie Maria Pezzillo e i figli, Martina e Federico a 3 anni.

La famiglia Vannini ha fatto ricorso in Cassazione giudicando le pene troppo leggere. L’ex comandante della stazione dei carabinieri di Ladispoli è stato chiamato in causa da un suo amico, Davide Vannicola, che avrebbe raccontato che Izzo gli avrebbe rivelato che a sparare a Marco non sarebbe stato Antonio Ciontoli ma il figlio Federico.

Al momento del ferimento, risultato poi fatale anche perchè i soccorsi furono attivati con ritardo, era presente in casa tutta la famiglia Ciontoli e la fidanzata di Federico. Vannicola, dopo aver riferito questa sua versione in tv a Le Iene, l’ha anche confermata ai pm aggiungendo che Izzo avrebbe consigliato a Ciontoli di prendersi la colpa e coprire il figlio.

Una ricostruzione smentita da Izzo che ora è indagato. Gli inquirenti avrebbero sentito anche altri testimoni per vagliare approfonditamente la versione di Vannicola.