Resta a Tempio Pausania il processo per la presunta evasione fiscale legata alla vendita della Costa Smeralda – alberghi di lusso e terreni – da Colony capital a Qatar Holding: 14 gli imputati, tra i quali il magnate americano Tom Barrack. La gup Cristina Arban ha infatti respinto l’istanza di incompatibilità territoriale avanzata dai difensori di Barrack, secondo i quali il processo dovrebbe spostarsi a Milano perchè il reato più grave contestato dalla Procura sarebbe avvenuto nel capoluogo lombardo. Alla richiesta dei legali del magnate si sono poi aggiunti tutti gli altri avvocati della difesa.

Secondo l’accusa, la compravendita avrebbe creato plusvalenze 482 milioni di euro e sarebbe stata effettuata con l’interposizione fittizia di altre società per evitare il pagamento delle imposte. Si ipotizza un’evasione per il mancato pagamento di Colony delle tasse sui redditi Ires, la mancata presentazione delle dichiarazioni annuali Ires e l’elusione del fisco. Insieme a Barrack (amministratore di fatto della Colony) sono imputati Mariano Pasqualone (all’epoca dei fatti amministratore di Sardegna resorts), Philippe Lenglet (manager Colony), Jonathan Grunzweig (manager Colony), Thomas Harrison (manager Colony), David Monahan (manager Colony), Claude Baer (manager Colony), Oedro Das Neves Fernades Gouveia (manager Colony e Tpg Axon), Reno Persico (presidente Consorzio Costa Smeralda), Enrico De Cecco (manager Colony), Stefano Morri (consulente fiscale), Manuel Luca Baldazzi (consulente fiscale), Andrea Ottaviano (consigliere d’amministrazione Colony) Mohammad Yusof (amministratore Qatar holding ).

Gli avvocati Paola Severino e Francesco Centonze difendono il management di Colony, Antonella Cuccureddu l’amministratore di Sardegna Resorts, Guido Manca Bitti il presidente del Consorzio Costa Smeralda. Fanno parte del collegio difensivo anche Agostinangelo Marras, Rita Dedola, Benedetto Ballero, Gerolamo e Filippo Orecchioni e Franco Coppi. Oggi il consulente fiscale Stefano Morri ha reso dichiarazioni spontanee. “Sono venuto a conoscenza dell’operazione solo a posteriori, mentre pensavo che Colony avrebbe ricapitalizzato e che tenesse la Costa Smeralda – ha detto davanti alla gup – sono stato nominato amministratore solo per due giorni per poter firmare in rappresentanza di una società, ma si è trattato di un semplice atto formale”. “Il mio ruolo – ha poi ricordato – è stato già riconosciuto anche dal tribunale del Riesame di Tempio, che ha sottolineato come fossi solo esecutore, senza alcuna autonomia decisionale”.