E’ stato, senza dubbio, uno dei più grandi disastri ecologici del sud Sardegna, lo ha prodotto la Fluorsid, la società del presidente del Cagliari Calcio Tommaso Giulini, che però non risulta coinvolto nel processo, ma che era stato sentito dal Pm.

Ieri al Tribunale di Cagliari in dieci hanno patteggiato e dovranno sborsare fino a 20 milioni di euro per ripristinare lo stato dei luoghi ed evitare il ripetersi di fatti del genere.

Il PM Marco Cocco e gli avvocati hanno raggiunto l’accordo che dovrebbe chiudere la vicenda processuale con un patteggiamento a 23 mesi.

Sono Pasquale Lavanga, ex presidente Cda della Fluorsid, il figlio Michele Lavanga ex direttore dello stabilimento. Con loro anche il responsabile commerciale dei sottoprodotti aziendali, Loukas Plakopitis, il funzionario Giuseppe Steriti, il responsabile logistica Mario Deiana, Armando Bollani (titolare della società Ineco che si occupa di servizi intendo allo stabilimento), il responsabile sicurezza e ambiente Sandro Cossu, quello di cantiere Alessio Farci; Marcello Pitzalis, operaio di Ineco, e Giancarlo Lecis, funzionario Fluorsid.

I reati ipotizzati erano associazione a delinquere, smaltimento illecito di rifiuti è inquinamento ambientale. Secondo il PM negli oltre 40 ettari di Macchiareddu e Monastir, dove furono sequestrati due terreni, sono state interrate e movimentate ingenti quantità di rifiuti industriali compresi oli combustibili, da lì il processo che oggi vede un accordo tra il PM e gli avvocati.

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