Contratti rinnovati solo per il breve periodo e stop all’ingresso di nuovi lavoratori “eccezion fatta per quelli non differibili per garantire il buon andamento dell’azienda”.

Sono le prime conseguenze sulla fabbrica di bombe Rwm di Domusnovas, in Sardegna, della mozione approvata dalla Camera contro l’esportazione di armi verso l’Arabia Saudita.

Ad annunciarlo direttamente ai lavoratori è il direttore generale di Rwm Italia (del gruppo tedesco Rheinmetall) Fabio Sgarzi con un comunicato inviato “a tutti i lavoratori” delle sedi di Domusnovas e Musei (Sardegna) e Ghedi (Provincia di Brescia).

“Come potete ben immaginare, questa decisione del Parlamento avrà un pesantissimo impatto sull’azienda e sui lavoratori di tutti gli Stabilimenti, ma dovremo comunque attendere le disposizioni di dettaglio del Governo prima di prendere qualunque decisione in merito” si legge nella lettera. “Sono allo studio misure di contingenza tese a garantire il buon andamento della società e a preservare il maggior numero di posti di lavoro possibili”, conclude Sgarzi.

“Non è sufficiente che il Governo dica si chiuda. La vicenda dello stabilimento Rwm di Domusnovas, un’attività che, al di là della produzione, dà lavoro a 200 famiglie, non può essere approcciata ideologicamente, ma razionalmente”.

Lo dice all’ANSA il segretario generale della Cisl Sarda, Gavino Carta, in merito alla vicenda della fabbrica di bombe e alle conseguenze sui lavoratori per la mozione approvata alla Camera sullo stop all’esportazione di armi in Arabia Saudita. “Il punto focale è la riconversione che non può essere fatta solo attraverso decreti di chiusura, ma – osserva – con il concorso dell’imprenditore accompagnato da una negoziazione che deve coinvolgere i sindacati. In un territorio, come quello del Sulcis e in una terra come la Sardegna, dove si sente la mancanza di lavoro, la semplice chiusura rappresenta una sconfitta per tutti”.