L’ispezione della settimana scorsa è andata bene: gli emissari di Bruxelles ora stanno preparando il rapporto. E fra tre mesi, all’inizio di ottobre, l’Europa potrebbe dare agli allevatori quel via libera all’esportazione di maiali, maialetti e salsicce che in Sardegna, per colpa della peste suina, manca da otto anni. Lo ha anticipato il direttore dell’Istituto zooprofilattico della Sardegna (Izs), Alberto Laddomada, nel corso del convegno “L’ultimo miglio. Sconfiggere definitivamente la peste suina e costruire una nuova filiera” organizzato da Coldiretti.

“La visita della settimana scorsa è stata positiva – conferma l’esperto all’ANSA – Ma d’altra parte già a gennaio avevamo fornito dei dati molto chiari sulla fine dell’emergenza. In questi mesi la situazione è ulteriormente migliorata: nei maiali nessun virus, qualcosa nei suini bradi e nei cinghiali, ma veramente poca cosa. Tanto che possiamo dire che è probabile che nel giro di uno-due anni si arrivi alla totale eradicazione”.

Un passo per volta, però. “Ora il rapporto degli ispettori dell’Ue andrà alla direzione generale della sanità per le opportune valutazioni – spiega Laddomada – Non ci aspettiamo un responso prima di settembre. Ma in autunno dovrebbe arrivare il verdetto, che ovviamente contiamo sia positivo”. Considerata la svolta storica, è probabile che a portare la buona notizia possa essere il commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare Vytenis Povilas Andriukaitis. “I fatti ci stanno dando ragione, per questo siamo ottimisti”, sottolinea ancora il direttore dell’Izs.

Coldiretti ha fatto il punto del disastro peste suina: solo negli ultimi 8 anni, da quando nel 2011 la Comunità europea ha nuovamente istituito il divieto assoluto di far varcare i confini regionali a qualsiasi prodotto a base di carne suina, in Sardegna si alleva la metà dei maiali (-48,5%) rispetto agli anni passati. Nel 2010 il numero di capi era di 232.120, sceso a 119.445 nel 2018, con una perdita di 112.675 suini. Nel 2015 una prima deroga ma solo per il maialetto termizzato. “Ora siamo ad un punto cruciale e manca davvero l’ultimo miglio”, commenta il presidente di Coldiretti Battista Cualbu.