Il maltempo sta colpendo soprattutto l’Abruzzo, il Ravennate e le Marche. Violenta grandinata a Pescara e su parte della costa abruzzese, con chicchi grandi come arance. Diciotto le persone fino ad ora finite in pronto soccorso a Pescara per le ferite provocate dai chicchi di grandine. In ospedale anche una donna incinta, con ferite al volto e al capo. I pazienti, apprende l’ANSA in Pronto Soccorso, hanno riportato contusioni e ferite, principalmente al capo, e sono tutti da suturare.

Nel capoluogo adriatico, in particolare, il fenomeno ha provocato danni consistenti: auto danneggiate, parabrezza e vetri infranti, tetti danneggiati. Numerosi i disagi per la circolazione anche nell’entroterra. Sulla superstrada che da Teramo conduce al mare automobili attualmente ferme in coda per scarsa visibilità. Nei centri abitati danni alle automobili, molte con il parabrezza sfondato dalla grandine.

Situazione critica all’ospedale di Pescara a causa del maltempo che si sta abbattendo sulla città. L’acqua ha invaso il piano terra e ha costretto allo stop delle sale operatorie. Sono in corso verifiche sugli ascensori per valutare se è possibile gestire le urgenze. Completamente allagati i seminterrati. Fuori uso le cucine, la farmacia e i parcheggi. Nel parcheggio dipendenti l’acqua ha raggiunto i due metri: decine le auto distrutte. Alcune persone sono riuscite a mettersi in salvo dai veicoli trascinati dall’acqua.

Una ventina di automobili sono sommerse da circa 2 metri d’acqua nel parcheggio dipendenti dell’ ospedale di Pescara, struttura di proprietà del Comune e gestita da una cooperativa. Il parcheggio, secondo le testimonianze, si è riempito d’acqua rapidamente. I sommozzatori sono in azione. “Ragionevolmente non dovrebbero esserci persone nelle auto perché il guardiano ci ha detto che non c’era nessuno e le luci accese dei mezzi sono dovute al corto circuito provocato dall’acqua”, dice il manager Asl Armando Mancini.

L’Italia è sempre più esposta ad eventi climatici estremi perché manca la ‘protezione’ che era data una volta dall’anticiclone delle Azzorre. Lo spiega Antonello Pasini, fisico dell’atmosfera del Cnr. “Una volta questi fenomeni avvenivano solo dopo Ferragosto perché l’anticiclone ci proteggeva dalle correnti perturbate – sottolinea – ora la circolazione è cambiata, arrivano anticicloni più caldi come quello libico, così non solo ci sono più ondate di calore, ma anche più eventi estremi”.