La storia dell’arte residente (moderna, contemporanea o alter moderna, che dir si voglia) in quest’isola con Cagliari unica città metropolitana priva d’Accademia di Belle Arti è impossibilitata a essere scritta, quasi come se si trattasse di una realtà nuragica impossibilitata a essere tramandata se non con altre lingue.
Senza Accademia di Belle Arti a Cagliari, quest’isola resterà quella di una serie di vite d’artisti a dimensione monografica controllata, costruite in maniera ideologica, in completa coerenza con una volontà (anche di matrice politica e culturale isolana) di nascondere la volontà d’allinearsi a una stupida e omologante globalizzazione artistica e culturale che riduce i processi del fare arte e cultura contemporanea a comprensione forzata e acritica di un prodotto da contemplare e ammirare in ambienti protetti.

Come si può realmente parlare di storia dell’arte Cagliaritana e isolana, come si può realmente formare in tal senso, nell’isola che può vantare l’unica città metropolitana occidentale priva di pubblica Alta Formazione Artistica?
La formazione artistica Cagliaritana dovrebbe fare capo ed essere intermediata dalle serigrafie di Banksy, presentate da Gianluca Marziani, la cui competenza costa di più dell’acquisizione delle medesime serigrafie reperibili anche su eBay?
Senza un’Accademia di Belle Arti, Cagliari vedrà sempre schiacciata la dignità e l’orgoglio dell’isolanità, nel nome della sua “vocazione di mercato” vedrà sempre marginalizzata la sua civiltà e la sua cultura storica e millenaria.

Questo millennio necessita di una nuova identità creativa Cagliaritana, che non può essere basata su false credenze e tradizioni, non si può ragionare inseguendo rituali e ideali imposti come si fosse alla fine dell’ottocento, la Rivoluzione digitale non è la Rivoluzione industriale, serve tradurre la propria identità artistica e culturale in visione stratificata e profonda delle propria memoria da tradurre in coscienza e consapevolezza presente da muovere nel futuro.
Serve che i giovani artisti Cagliaritani attraverso un’Accademia trovino un tempio dei giganti che sia sempre presente con il quale relazionarsi con il proprio tempo e linguaggio, serve che l’alta formazione artistica traghetti il casteddaio oltre la sterile mediocrità dell’ambizione del potere tradotto in derivante controllo artistico e culturale sulla comunità.

Non può esserci una reale volontà politica Cagliaritana di porre a sistema la propria Storia dell’arte residente se manca l’Alta Formazione Artistica.
Possibile che Cagliari, ancora nel 2019, abbia l’esigenza pubblica di mitizzare l’arte prodotta altrove senza interrogarsi di come implementare la propria?
Possibile che, nel 2019, il Cagliaritano medio, debba essere così ignorante, da permettere a un qualsiasi Accademico di formazione continentale (come me) di propinargli del marketing preconfezionato alla Banksy facendolo passare come arte da prendere a modello?
Possibile che, nel 2019, l’arte visiva a Cagliari debba continuare a essere questione per Archeologi o per intermediari dell’arte che neanche hanno il polso reale dello stato dell’arte residente?
A proposito a Bristol c’è un’Accademia d’Arte, Fashion e Design, sarà li che ha studiato Banksy?

L’opinione di Mimmo Domenico Di Caterino