Mamoiada, centro del Nuorese noto per le tradizionali maschere di Carnevale (Mamuthones), rimuove i nomi dei Savoia dalla toponomastica del paese e intitola le due arterie principali, il Corso Vittorio Emanuele II – dove ha sede del Comune – e la via Vittorio Emanuele III, a due sardi illustri: Giovanni Maria Angioy e Eleonora D’Arborea. La decisione è stata presa con una delibera della giunta comunale guidata dal sindaco Luciano Barione.

“Le motivazioni che hanno portato la Giunta alla scelta di bandire dalla toponomastica i nomi delle strade dedicate ai Savoia – si legge nella delibera – sono sostenute da un’ampia storiografia che dimostra come questi agirono sempre contro gli interessi del popolo sardo e della Sardegna, sino a costruire, con la violenza, l’oppressione e la rapina, un forte sottosviluppo per super sfruttamento. Una delle massime responsabilità storiche di Vittorio Emanuele III fu l’aver favorito l’avvento e l’affermarsi del Fascismo”. Riguardo ai nomi scelti, “Giovanni Maria Angioy e Eleonora d’Arborea con le loro gesta sono diventati dei personaggi di spicco nel panorama storico isolano, simbolicamente ricacciano via i Savoia, gli invasori e usurpatori. Cancellando un periodo buio per l’isola e aprendo la strada ad una nuova memoria”. “Se vogliamo programmare un futuro degno delle aspettative per i nostri ragazzi – ha detto all’ANSA Barone – dobbiamo avere il coraggio di scegliere su quale passato creare le nostre fondamenta su cui poggiare la consapevolezza collettiva. E noi non abbiamo dubbi sul fatto che vogliamo poggiarla su due grandi sardi che hanno fatto la storia positiva della nostra isola”. Apprezzamento per la decisione dagli indipendentisti di Liberu.

“E’ scandaloso che nel 2019 ci siano le principali vie dei paesi e della città sarde siano ancora dedicate a sovrani italiani che si sono distinti per la crudeltà contro il popolo sardo, mentre stentano ad essere onorati o vengono messi in secondo piano i tanti personaggi che hanno dedicato la loro vita per il benessere e la libertà della nostra gente”.