“Gli accordi sui prezzi raggiunti presso la Prefettura di Sassari” seppure “si configurino astrattamente quali intese restrittive della concorrenza”, sia con riferimento a un prezzo di acquisto omogeneo del latte ovino, sia in relazione alla fissazione di un prezzo all’ingrosso del pecorino romano “non appaiono nello specifico caso concreto censurabili in quanto non sono frutto di autonome scelte imprenditoriali dei soggetti coinvolti”.

Lo afferma l’autorità antitrust nel provvedimento relativo pubblicato oggi sul bollettino.

L’Autorità ritiene però sul solco delle riforme già adottate da Governo e Parlamento, che “si potrebbero ipotizzare diversi interventi volti ad una ristrutturazione e razionalizzazione del comparto primario dell’allevamento ovino, che appare eccessivamente frammentato, finalizzati al raggiungimento di una maggiore efficienza, organizzazione e competitività delle imprese che operano sul mercato della produzione del latte ovino”.

In particolare secondo l’Autorità: “le imprese di allevamento potrebbero poi essere coinvolte nella pianificazione dell’offerta del pecorino romano DOP, attraverso un ripensamento delle previsioni del Piano di regolazione adottato dal Consorzio di tutela”.