L’estate è la stagione per eccellenza della moda e delle sfilate sotto le stelle, ma anche delle iniziative che presentano capi e accessori estivi o che anticipano il trend per le stagioni fredde. Ogni paese della Sardegna, in pratica, ha la sua passerella e il suo spazio dove i singoli artigiani o le imprese più strutturate mettono in mostra il meglio delle loro produzioni. Capi di abbigliamento, scarpe, gioielli ma anche costumi da mare e accessori di ogni forma, per ogni occasione, per ogni gusto e per ogni tasca.

E’ un delicato e importante “mondo”, quello della moda made in Sardegna, che nasce nei laboratori delle piccole imprese sarde, e continua crescere ed esportare nel resto d’Italia e in ogni angolo del Mondo. Nel 2018, verso i mercati esteri, sono volati prodotti del “fashion sardo” per un valore di oltre 22 milioni di euro. Il merito è delle 325 imprese isolane, di cui 270 artigiane; queste ultime rappresentano l’82,8% delle attività produttive del settore. Da non dimenticare come su un totale di 763 addetti, ben 553 vengano dalle realtà artigiane.

Il contributo delle imprese della moda, sarde e italiane, sull’economia regionale e nazionale, è descritto nel rapporto “Moda: piccole imprese, artigianato, occupazione e made in Italy”, realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, su dati Istat 2018.

I 22 milioni di export sardo, in ogni caso, sono una goccia nel mare delle esportazioni nazionali che hanno superato i 66 miliardi di euro, con una tendenza di una crescita del 2,6% in un anno, quasi il doppio della media europea. Nella distribuzione territoriale di imprese e lavoratori 105 realtà, di cui 86 artigiane, operano nel nord della Sardegna, impegnando 265 addetti in totale.

Nella provincia di Cagliari sono 90 le attività, 72 le artigiane, che offrono impiego a 261 lavoratori; segue Nuoro con 59, di cui 49 artigiane e 89 occupati, il Sud Sardegna con 39, di cui 32 artigiane e 70 dipendenti. Chiude Oristano con 32 realtà di cui 31 artigiane, e 78 addetti.