Torna finalmente ad Arbatax, dopo alcuni anni di stop ( l’ultima edizione risale al 2014) una delle rassegne cinematografiche più amate: “Cal’a Cinema”.

Il nome della manifestazione, come è noto, riconduce al luogo in cui si tiene da sempre la rassegna culturale ( Cala Genovesi) e gioca sull’espressione sarda cala a cinema (scendi al cinema).

Gli organizzatori dell’associazione MusikaSurda invitano a partecipare gratuitamente alle tre proiezioni pubbliche che si terranno dal 1 al 3 agosto 2019 nella consueta e bellissima location di Cala Genovesi ad Arbatax.

Il programma della Rassegna di Cinema Indipendente Cal’a Cinema 2019 si aprirà giovedì 1 agosto alle 21 con un film cult, “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” della regista Lina Wertmuller.

Si proseguirà venerdì 2 agosto con l’opera di Gianfranco Cabiddu “Il flauto magico di Piazza Vittorio”, mentre la terza ed ultima serata sarà dedicata alla pellicola firmata da Paolo Zucca “L’uomo che comprò la luna”.

Come di consueto, a fare da padrone di casa sarà l’artista arbataxino Marcello Murru, una figura che sfugge qualsiasi etichetta, cara dalle origini alla rassegna, che si tratterrà dopo le proiezioni nella caletta per discutere con i registi protagonisti della rassegna e parlare di cinema con il pubblico, davanti a un buon bicchiere di vino.

Ho seguito e amato questa rassegna fin dalla sua nascita nel 2009 – afferma Marcello Murru – È un’iniziativa molto valida, che impreziosisce la vita del Borgo Marinaro e che mancava nel calendario degli eventi estivi da troppo tempo. Sarà bello tornare a casa, alla mia Arbatax, per godere dell’unione tra la poesia del cinema e quella dei luoghi che ospiteranno la rassegna”.

NOTE SUI FILM IN PROGRAMMA

1 AGOSTO – Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto.

Raffaella Pavone Lanzetti, una ricca borghese anticomunista passa le sue vacanze su uno yacht in mezzo al mar Mediterraneo assieme ai suoi ricchi e viziati amici. Durante la crociera non fa altro che rimarcare il proprio elevato rango sociale, umiliando i suoi sottoposti, tra cui Gennarino Carunchio, rozzo marinaio siciliano comunista, che nutre sentimenti di insofferenza e disprezzo verso i ricchi turisti, ma che deve suo malgrado servire per sopravvivere.

Gennarino si ritrova a dover soddisfare le richieste della “padrona”, fino a che, per un guasto al motore di un gommone, i due si ritroveranno soli in mare aperto. Approdati su un’isola deserta, i ruoli si invertono e la Pavone Lanzetti diventerà giocoforza schiava del marinaio, che sfoga su di lei antiche frustrazioni sessuali e sociali, facendo nascere una forte passione tra i due.

Dopo che in un’occasione Raffaella evita di farsi notare da una barca apparsa in lontananza, non chiamando quindi soccorso per non infrangere quello che entrambi vivono come un magnifico sogno ad occhi aperti, in una seconda occasione Gennarino, nonostante l’opposizione di Raffaella, decide di farsi trarre in salvo, in modo da mettere alla prova l’amore di lei.

Ma, tornati nella civiltà, anche se il loro amore si conserva, il differente rango sociale li separa bruscamente. Alla fine, l’uomo cerca di convincere l’amata a tornare insieme a lui sull’isola, ma Raffaella non se la sente e scappa in elicottero col marito. A Gennarino non resta che tornare con la moglie, che, nel frattempo, ha capito tutto.

2 AGOSTO – Il flauto magico di Piazza Vittorio

Libero riadattamento della celebre opera mozartiana, immaginata come un racconto orale tramandato di generazione in generazione e di paese in paese, “Il Flauto Magico” segue le gesta del principe Tanino, deciso a liberare la bella Pamina, trattenuta dal crudele stregone Sarastro. Accompagnato nell’impresa da una sorta di Arlecchino fac-totum, Papageno, Tanino dovrà superare una serie di prove per raggiungere finalmente la fanciulla. Musiche e performance de L’Orchestra di Piazza Vittorio.

Nella rilettura di di Mario Tronco e Gianfranco Cabiddu, già portata a teatro in più di 150 repliche, Tamino è cubano, Papageno è senegalese, Monostato tunisino e il misterioso Tempio che metterà alla prova il giovane soccorritore della bella Pamina è nel cuore di Roma – nei giardini di Piazza Vittorio.

Adattamento ultrapop del classico mozartiano, tra richiami all’estetica dei videogame, smartphone “cantanti”, colori acidissimi, video-animazioni e libere interpretazioni della storia.

3 AGOSTO – L’uomo che comprò la luna

Una coppia di agenti segreti italiani riceve una telefonata concitata dagli Stati Uniti: pare che qualcuno, in Sardegna, sia diventato proprietario della luna. Il che, dal punto di vista degli americani, è inaccettabile, visto che i primi a metterci piede, e a piantarci la bandiera nazionale, sono stati loro. I due agenti reclutano dunque un soldato ( Jacopo Cullin) che, dietro lo pseudonimo di Kevin Pinelli e un marcato accento milanese, nasconde un’identità sarda: si chiama infatti Gavino Zoccheddu e la Sardegna ce l’ha dentro. Per portarla in superficie i due agenti ingaggiano un formatore culturale sui generis (Benito Urgu) che, da emigrato nostalgico, trasforma Gavino in un archetipo del vero maschio sardo.

L’uomo che comprò la luna è una commedia “etnica” completamente imbevuta di quella “sardità” con cui Gavino deve confrontarsi. Alla regia c’è Paolo Zucca, alla sceneggiatura Geppi Cucciari e Barbara Alberti.

Solo alla fine però ci si rende davvero conto che il film racconta la riappropriazione di un’identità geografica, proponendosi come un’ode a tutti i sardi che le radici se le tengono strette, così come si tengono stretto il diritto di sognare e quei “fondamentali” che privilegiano lealtà e rispetto.