Un piccolo gregge di pecore pascola da questa mattina in via Monte Napoleone, nel cuore del quadrilatero della moda. Non sono fuggite a un pastore distratto, ma sono l'installazione di punta della Wool Week, la settimana dedicata alla lana organizzata da The Woolmark company nell'ambito della 'Campaign for wool', l'iniziativa mondiale di educazione e promozione della lana come fibra eco-sostenibile voluta dal principe Carlo di Inghilterra, Milano, 8 settembre 2015. ANSA/UFFICIO STAMPA ++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY ++

Il controvalore di una moglie secondo un tribunale di villaggio indiano? Settantun pecore. Le pecore, 71, non una di meno, sono infatti l’ammontare del risarcimento in natura che, secondo quanto stabilito dal Panchayat (il consiglio del villaggio) di Gorakhpur, un’area rurale nello stato dell’Uttar Pradesh, va pagato all’ex marito di una donna fuggita con l’amante.

La storia che ha portato alla richiesta di compensazione “in pecore”, raccontata oggi dal quotidiano Times of India, inizia lo scorso giugno, quando Seema Pal, 25 anni, fugge dalla casa del marito per andare a vivere con Umesh Pal, 27, il suo amante.

Per trovare un accordo amichevole, i tre si rivolgono, poco dopo, al consiglio dei saggi del villaggio, che propongono a Umesh di compensare l’uomo abbandonato con metà del suo gregge, settantuno pecore, appunto. Risarcimento che Umesh paga, per amore di Seema, senza batter ciglio.

Ma la giustizia tradizionale, nell’India del 2019, non è più accettata da tutti: il padre di Umesh, nuovo “suocero” di Seema, si è opposto alla scelta del figlio; nei giorni scorsi si è rivolto alla Polizia locale, sostenendo che l’accordo non ha alcun valore legale, che le pecore sono state rubate, e che la “nuora” ha tutti i diritti di vivere con suo figlio, senza alcun obbligo di compensazione.

Il destino di mezzo gregge, e quello di una indiana che vale almeno settantuno pecore, sono adesso nelle mani della Polizia.