Dal 4 all’8 settembre si rinnova a San Teodoro l’appuntamento con il festival San Teodoro Jazz, la manifestazione dedicata al genere di matrice afroamericana e alle sue immediate derivazioni, che per cinque giorni rivivrà nel suggestivo borgo gallurese (dal quale prende il suo nome) alle pendici orientali del massiccio di monte Nieddu, ampliando da quest’anno i suoi consueti luoghi con l’aggiunta di una nuova location mozzafiato presso i Giardini di Cala Brandinchi.

Cinque giorni ricchi di concerti, masterclass, presentazioni e jam session con il quintetto del batterista Roberto Gatto, il pianista statunitense Danny Grissett, il sassofonista Francesco Bearzatti, il chitarrista Federico Casagrande, e poi il bassista Dario Deidda, il batterista Francesco Ciniglio, il quintetto Entropy, il giovane sassofonista sardo Elias Lapia, l’hammondista Jim Solinas e tanti altri.

Nato dall’idea del suo direttore artistico, il clarinettista teodorino Matteo Pastorino (da anni trapiantato a Parigi), patrocinato e supportato con forza e convinzione dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di San Teodoro, il festival nelle passate edizioni ha ospitato sul suo palcoscenico alcuni tra i più importanti artisti isolani e non, come il chitarrista Paolo Angeli, i sassofonisti Gavino Murgia e Massimo Carboni, il pianista e fisarmonicista Antonello Salis, il sassofonista statunitense Logan Richardson, il contrabbassista Salvatore Maltana, il fisarmonicista Luciano Biondini e il batterista Jarrod Cagwin, tra gli altri.

L’edizione 2019 ruoterà attorno a tre parole chiave che ne hanno contraddistinto l’edizione precedente: freschezza, gioventù e jazz, con la precisa volontà di mettere in risalto e dare spazio ai nuovi talenti che, attraverso il contatto con i veterani del genere, potranno crescere e approfondire nuove strade espressive e di ricerca.

“Il festival piano piano prende forma, crescendo per intensità e qualità – sottolinea il suo direttore artistico Matteo Pastorino -, l’anno scorso le tre parole che accompagnavano il festival erano freschezza, gioventù e jazz, e riflettendoci in maniera più approfondita, direi che sarebbe bene riconfermarle. La grafica di questa edizione mostra una figura mitologica con la testa di un gallo (di Gallura) e il corpo di un batterista di jazz. La batteria, dunque, viene messa in primo piano come anima viva di questa ricchissima espressione musicale, che affonda le sue radici nella cultura africana, ancor prima di attecchire negli Stati Uniti. Il mio desiderio è quello di far scoprire alla popolazione locale, ai turisti residenti, o semplicemente alla gente di passaggio in questa perla del mediterraneo, nuova musica, nuovi musicisti e incrementare la curiosità verso lo splendido mondo del jazz.

Oltre ai consueti concerti in piazza Gallura a San Teodoro, ci saranno, inoltre, due concerti che apriranno e chiuderanno il festival in una nuova location che si aggiunge alle nostre consuete. Saremo presenti, infatti, presso i giardini di Cala Brandinchi, meravigliose distese di verde a ridosso della spiaggia da cui prendono il nome. Tutti gli altri concerti saranno concentrati nel centro del borgo teodorino, tutti a ingresso libero. Il festival proporrà, come sua abitudine, musica di qualità, con il consueto mix di artisti affermati e nuovi talenti isolani di assoluto valore.

Dopo gli eventi in prima serata, ci saranno ogni sera dei concerti seguiti da jam session, dislocati in diversi locali del centro teodorino, con l’intento di creare un ambiente stile jazz club, luogo fertile di scambio, di contatto, colonna vertebrale del genere e dove il pubblico possa interagire e condividere l’energia dei musicisti a pochi metri di distanza. Le masterclass dei musicisti, vera e propria novità per la manifestazione, permetteranno di arricchire l’offerta anche sotto il punto di vista pedagogico.”