Gué Pequeno

È la loro origine di musica del popolo, della strada, a unire due generi apparentemente molto distanti tra loro: il rap e la pizzica. A interpretare in chiave rap alcuni brani della tradizione salentina, nel Concertone finale della Notte della Taranta, a Melpignano (Lecce) il 24 agosto, sarà il rapper milanese Gué Pequeno.

“Il rap – spiega – nonostante sia apparentemente un mondo lontano dalla pizzica, è storicamente e culturalmente una musica pop, quindi popolare in quanto musica di strada, musica del popolo. E’ un ritmo che nasce nelle periferie, coinvolge i giovani, è un racconto della vita. Per questo – aggiunge il rapper – i punti di contatto con la pizzica e con la musica popolare in genere sono tanti”.

Ieri Gué Pequeno ha provato a Zollino (Lecce) con i musicisti dell’Orchestra Popolare de La Notte della Taranta, in vista dell’appuntamento di sabato, quando interpreterà sul palco di Melpignano, dinanzi ai 150mila spettatori attesi, tre brani della tradizione salentina, compresa una pizzica di Corigliano. “Pensavo di aver visto tutto, invece – dice Gué Pequeno – c’è sempre qualcosa da imparare. Sono molto contento di essere stato chiamato a rappresentare il mio genere in questo grande evento – prosegue il rapper -.

Sarà un grande festa nella quale l’importante è che la gente si diverta e stia bene e questo lo fanno sia il rap che la pizzica”. Gué Pequeno afferma di “capire bene il dialetto salentino”, per aver trascorso buona parte della sua adolescenza in Salento, ma “evito di parlarlo – ha detto – per non sbagliare la pronuncia” ma avverte i salentini, con una battuta: “se mi parlate in dialetto capisco tutto, anche gli insulti”. Con Gué Pequeno sabato si esibiranno, accompagnati dall’Orchestra Popolare La Notte della Taranta e insieme all’Orchestra Sinfonica Oles di Lecce, artisti come Elisa, Salif Keita, Enzo Avitabile, Alessandro Quarta e Maurizio Colonna.

In attesa del Concertone, prosegue il festival itinerante della Notte della Taranta, che fa tappa domani a Martignano, dove la musica dal vivo, accompagnata dalla danza, incrocerà un momento di riflessione e approfondimento teorico su un’arte, come la musica popolare, che è frutto di una secolare connessione tra passato e presente, tra oralità e forma scritta, tramandata nei decenni seguendo gli schemi dell’evoluzione sociale: sarà questo il tema al centro della lectio magistralis di Eugenio Finardi, dal titolo ‘Dalla canzone politica alla musica popolare d’autore’.