Un’azienda regionale della Salute (Ares) e poi fino a cinque aziende sociosanitarie locali (Asl). In più, l’azienda di rilievo nazionale e alta specializzazione “Brotzu” (Arnas), le aziende miste ospedaliero universitarie di Cagliari e Sassari (Amou), e l’Areus. Sarà organizzata così la governance nella riforma della sanità che presto il presidente della Regione Christian Solinas porterà in Giunta.

E’ tutto scritto nella bozza che lo stesso Solinas illustrerà ai suoi assessori forse già nella seduta di oggi e di cui un noto quotidiano sardo ha pubblicato un’anticipazione. Il disegno di legge conferma l’obiettivo dichiarato più volte dalla maggioranza di centrodestra: azzerare l’Azienda unica e ripristinare le vecchie Asl, che dovrebbero comprendere quella della Gallura. L’Ats sarà sostituita dall’Ares che avrà la responsabilità della gestione sanitaria accentrata per quanto riguarda gli acquisti, la gestione del personale.

Sulle Asl, il testo stabilisce i criteri minimi per farle nascere: omogeneità territoriale, condizioni geomorfologiche, orografiche e della rete viaria; la presenza di almeno tre presidi ospedalieri nella circoscrizione territoriale. I direttori generali, come quello dell’Ares, saranno scelti dal presidente della Giunta tra un elenco regionale di idonei e resteranno in carica dai tre ai cinque anni. E’ intenzione di Solinas, infatti, costituire un albo regionale, dato che la Sardegna paga da sé le spese della sanità. Altra novità: viene introdotto il Nue, numero unico di emergenza. Basterà comporlo per essere indirizzati a un centro di pronto intervento. Nella bozza è anche previsto un piano di interventi straordinari che comprenderebbero persino la costruzione di un nuovo ospedale a Cagliari.

“Abbiamo avviato il percorso per la riforma del sistema sociosanitario della Sardegna – ha dichiarato l’assessore della Sanità Mario Nieddu – si tratta di un primo passo, di un impianto base, poi la riforma complessiva nascerà dopo gli stati generali della Salute che si terranno entro la fine dell’anno”. Per il momento il disegno di legge servirà a “spacchettare Ats, la riorganizzazione della rete ospedaliera sarà successiva agli stati generali”.

La riforma della sanità è solo in bozza ma già scatena le polemiche dell’opposizione. Il governatore Christian Solinas ha annunciato l’entrata a regime del nuovo sistema per l’1 gennaio 2020. Mancano quattro mesi che centrosinistra e Movimento 5 stelle utilizzeranno per dare battaglia. L’impianto prevede il ripristino delle vecchie Asl (fino a cinque compresa la Gallura, caratterizzate da omogeneità territoriale e dalla presenza di almeno tre presidi ospedalieri nel territorio di riferimento), mentre l’Ats azzerata si chiamerà Ares (azienda regionale della Salute) e conserverà la gestione accentrata degli acquisti e del personale.

Il Brotzu diventa azienda di rilievo nazionale e alta specializzazione (Arnas), confermate le aziende miste ospedaliero universitarie di Cagliari e Sassari (Amou), e l’Areus, azienda dell’emergenza urgenza. “Si vuole cambiare tutto per non cambiare nulla – taglia corto il capogruppo di LeU Daniele Cocco – anzi si può parlare di ritorno al passato visto che le aziende sanitarie avranno di nuovo tre direttori generali, e il risultato immediato sarà un aumento dei costi e delle poltrone”. Secondo il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau, “ciò che mancava è la rete territoriale, vera carenza, mi pare che nella riforma del centrodestra non ce ne sia traccia”.

Inoltre, “se si ripropongono le vecchie Asl, non si capisce perché Ogliastra e Medio Campidano debbano rinunciare alle loro rivendicazioni di autonomia”. Non è un caso se il consigliere dem, Salvatore Corrias, fa notare che “la nuova linea politica sulla sanità regionale discrimina fortemente l’Ogliastra. Se la Giunta dovesse approvare un documento simile – annuncia – siamo pronti a contrastare il passaggio in Consiglio regionale. Ovunque ci batteremo”. Il presidente della Regione ha anche parlato di un nuovo ospedale a Cagliari. Su questo aspetto sono confluiti parte degli attacchi delle opposizioni.

“A nulla serve continuare a costruire cattedrali nel deserto – dice Carla Cuccu (M5s) – maxi strutture nate all’unico scopo di svuotare e impoverire quelle già esistenti, colate di nuovo calcestruzzo per dare lavoro a chissà quale impresa di costruzione, occorre invece ragionare nell’ottica di un potenziamento delle risorse che già abbiamo e che oggi soffrono della grave mancanza di programmazione”.

Mobilitato anche il nord Sardegna. Per l’ex sindaco di Alghero Mario Bruno “è inaccettabile il fatto che Solinas parli di nuovi presidi solo a Cagliari e dimentichi Alghero a cui riserva risorse residuali solo per un semplice completamento”.

“Le risorse – ricorda – ci sono, il presidente deve solo fare una delibera che assegni 80 dei 246 milioni per l’edilizia ospedaliera in Sardegna alla progettazione e costruzione del nuovo ospedale di Alghero”. La replica del capo della Giunta: “Ci sarà una nuova struttura anche ad Alghero, come nel Sulcis. Il nostro è un progetto che avvicinerà i servizi essenziali e di eccellenza a pazienti e cittadini”, assicura Solinas.