Ritorno a scuola anche in Sardegna con nuovi e vecchi problemi: meno iscritti a causa del calo delle nascite, ma molti precari e supplenze perché concorso e graduatorie, soprattutto in Lettere e Matematica, non sono riusciti a coprire tutte le cattedre.

Ma il vero dramma è, come al solito, il diritto allo studio dei disabili: mancano gli insegnanti specializzati e, per assicurare il sostegno a tutti, si dovrà pescare da altre classi di concorso. Con molti esordienti mandati in classe.

La denuncia è del segretario regionale Flc-Cgil Manuel Usai: a fronte dei circa 6000 docenti specializzati necessari, solo 1000 sono in servizio e possiedono i requisiti necessari, per resto, ma solo in parte ,si ricorre a supplenti senza titolo di specializzazione. Già chiesto l’intervento della Regione (ma là competenza è del Miur) per formare almeno 2000 docenti nei prossimi due anni. Il problema esiste, ma tra ruolo e specializzati, le cattedre scoperte, secondo il direttore scolastico regionale Francesco Feliziani, dovrebbero essere “solo” tremila. Intanto siamo già al conto alla rovescia: ieri in Sardegna ci sono stati i primi collegi dei docenti. E in questi giorni ci saranno altri incontri per preparare l’anno scolastico.

In diverse scuole si inizierà qualche giorno prima del giorno indicato dal Ministero, il 16 settembre. C’è chi ha deciso di far suonare la prima campanella il 12: i giorni in più diventeranno ponti e vacanze durante il corso dell’anno. Calo delle iscrizioni sì, ma non è sempre colpa della scuola, ma del decremento delle nascite: si dovrebbe scendere per la prima volta sotto i duecentomila studenti. Giù dell’1,5% con circa tremila alunni in meno. Ragazzi con il fiato in sospeso: alle Superiori, tra abbandoni e bocciature, diverse classi temono di essere accorpate ad altre per raggiungere un numero sufficiente di alunni.

“Ma sugli accorpamenti delle scuole – spiega Feliziani all’ANSA – non possiamo che tenere conto delle indicazioni del Ministero: dipendono dalla popolazione scolastica e da criteri economici. E non è vero che la chiusura delle scuole crea spopolamento, ma il contrario: è la mancanza di alunni a creare chiusure o accorpamenti. Per il resto il calo degli studenti è fisiologico, sulla linea degli anni scorsi. Ma per le cause, legate alla natalità, bisognerebbe interpellare un sociologo o un demografo”. Per quanto riguarda i supplenti il conto è presto fatto. Nell’isola ci sono oltre 1500 nuove immissioni in ruolo, ma le cattedre coperte finora sono state solo circa 700. Colpa dei concorsi in ritardo e delle graduatorie ad esaurimento quasi svuotate: per il resto la scuola sarda si dovrà arrangiare con circa 800 supplenti.

All’infanzia tutto ok, la precarietà riguarda soprattutto medie e superiori. “Il problema – spiega Feliziani – è stato la soppressione delle scuole di specializzazione nel 2009: consentivano un inserimento dei docenti con i numeri adeguati alle esigenze dei territori”. Ma la scuola sarda reagisce: “Siamo dei punti di riferimento nazionale nel digitale e nella formazione per gli immessi in ruolo – prosegue direttore scolastico regionale – e nel 2020 il Giua di Cagliari ospiterà studenti provenienti da 80 Paesi per una gara internazionale sulla programmazione della macchina di Turing”.

‘Guai’ in arrivo anche per le famiglie: tra astucci, zaini e libri la spesa – dicono gli addetti ai lavori – sarà in media di 500/600 euro a studente. Ma – avverte il Codacons – si può arrivare anche a oltre mille euro ad alunno.