Sarà giudicato il 10 ottobre con rito abbreviato Marcello Tilloca, il 42enne algherese che il 23 dicembre dello scorso anno ha ucciso la moglie Michela Fiori. Lo ha deciso questa mattina il gup del Tribunale di Sassari, Michele Contini, al termine dell’udienza che ha visto Tilloca comparire davanti al giudice, assistito dall’avvocato Pietro Diaz.

Il gup ha rigettato la richiesta del sostituto procuratore Mario Leo, che aveva chiesto il rito abbreviato condizionato all’audizione di una decina di testi. Il giudice ha anche accolto la costituzione di parte civile per l’associazione Rete delle donne di Alghero, rappresentata dall’avvocato Gavinuccia Arca. Respinta invece la richiesta di costituzione di parte civile dell’associazione torinese Al posto tuo, perché il giudice ha ritenuto che non avesse alcun rapporto con il territorio.

Al processo si sono costituiti parte civile anche il fratello della vittima, Luca Fiori e la mamma Giuseppina Grasso, assistiti dai legali Marco Manca e Lisa Udassi. Per l’omicidio della moglie Tilloca, reo confesso e mai pentito, è rinchiuso nel carcere di Bancali, a Sassari, da dove ha scritto due lettere al quotidiano la Nuova Sardegna, cercando di giustificarsi. L’uxoricidio di Michela Fiori, 40 anni, aveva scosso profondamente la comunità algherese, suscitando una reazione collettiva che ha amplificato la sua eco mediatica.

Quella domenica mattina a ridosso del Natale, Tilloca, al culmine di una discussione con la moglie, l’ha strangolata a morte, adagiandola sul letto, lenzuola rimboccate e una stringa intorno al collo. Poi è andato coi figli di 12 e 8 anni – che oggi vivono a Genova con la nonna – per la partita di calcio di uno dei due, e a pranzo dalla sorella. Nel tardo pomeriggio ha chiamato l’avvocato e si è autodenunciato ai carabinieri.