“È così difficile fermarsi e riflettere su cosa possiamo fare per l’ambiente, oltre che per questa incombenza quotidiana della raccolta porta a porta che tanto ci disturba?”. È quanto scrive Francesca Mulas, consigliera del gruppo dei Progressisti in consiglio comunale a Cagliari, in una nota sul suo profilo Facebook.

“Rifiuti, ancora rifiuti” è l’inizio della riflessione fatta da Mulas. “Non se n’è mai parlato così tanto in città come in questo periodo. Sarà perché da mesi è entrata a regime in tutti i quartieri la raccolta differenziata porta a porta che ha fatto esplodere una marea di problemi (c’è chi non ha mai pagato la tassa sui rifiuti e non può accedere al sistema di raccolta, chi si trova di fronte a disagi oggettivi nel farla, chi candidamente ammette di non voler differenziare e butta tutto assieme, chi altrettanto candidamente ammette che prima da Monserrato poteva buttare buste a Cagliari e ora non sa più dove metterle). Sarà anche perché in tutto il mondo quella dei rifiuti è un’emergenza al pari delle variazioni climatiche e dell’inquinamento. Insomma, se non è il tema dell’anno siamo lì. Al di là del sistema a Cagliari, riflettevo su un paio di numeri”.

“Ogni italiano produce un media un chilo e mezzo di rifiuti urbani a testa, in totale fanno 30 milioni di tonnellate all’anno” continua la consigliera del gruppo dei Progressisti. “In Sardegna siamo sulle 700 mila tonnellate totali (numeri forniti da Aldo Muntoni, docente di ingegneria civile all’Università di Cagliari durante un recente convegno sull’Agenda Onu 2030). Nostro diritto, pagando le tasse, è che questi rifiuti ci vengano ritirati a casa e smaltiti. Benissimo, paghiamo un servizio e vogliamo sia svolto nel modo migliore. Però, a fronte di giuste discussioni, polemiche, modo, orari, efficienza, in tutto questo caos attorno all’aliga è sempre rimasto secondario il vero problema: quello della produzione dei rifiuti. Perché ne facciamo così tanti? Davvero ognuno di noi, nel suo piccolissimo, non può cercare di limitare questa mole enorme di roba da smaltire?”.

“Comprare al mercato frutta e verdura sfusa, cercare rivendite di detersivi sfusi al posto dei flaconi da buttare, farsi un giro nei mercatini anziché comprare sempre cose nuove di zecca, regalare oggetti e mobili che non usiamo più, usare acqua del rubinetto anziché comprare bottiglie, scegliere confezioni di cibo più grandi anziché le monoporzioni, portarsi dietro shopper in tela anziché fare la spesa comprando buste ogni volta potrebbero essere alcune soluzioni. Sono idee piccoline e accessibili a tutti – conclude Mulas – che davvero ogni settimana riducono il contenuto dei mastelli”.