Stamattina la mia giornata è stata rovinata dalla lettura di un articolo di cui riporto uno stralcio :

“Lei è una commessa, ha 50 anni e lavora in un supermercato Conad di Sassari. Chiede le ferie per iniziare il percorso di cure, le ottiene ma, a un certo punto, finisce il periodo massimo di assenza a disposizione. È lì che arriva per lei un regalo importante, fatto dai suoi colleghi e dalla sua azienda: gli altri dipendenti del supermercato rinunciano ai loro giorni di ferie per darli a lei e i dirigenti si mettono in moto con un accordo aziendale affinché la lavoratrice potesse beneficiare del dono. È successo a Sassari, nel supermercato Conad di via Cavour”

Una storia da libro cuore in salsa neoliberista e padronale. Avrei voluto leggere di uffici del direttore occupati perché l’azienda non metteva a disposizione ulteriori giorni per le cure, di sindacati che indicevano uno sciopero cittadino, di intellettuali che denunciavano come le ferie vadano usate per riposare e non per curarsi perché per curarsi si ha bisogno di permessi per malattia.

Invece no, leggo di una lavoratrice che deve usare i suoi giorni di ferie per combattere un cancro, di lavoratori che invece di aprire una vertenza con l’azienda le regalano le ferie e di padroni buoni samaritani che “concedono” questo dono e rendono possibile la cosa.

Mi chiedo come siamo arrivati a questo, come sia stato possibile cancellare completamente la coscienza di classe e sostituirla con questa insopportabile melassa.

Di Cristiano Sabino