Per combattere il fenomeno della guida in stato di ebbrezza e promuovere la consapevolezza del “bere responsabilmente” è necessaria una comunicazione “non ansiogena” o “demonizzante”, indirizzata soprattutto ai giovanissimi. Questo, in sintesi, il messaggio lanciato oggi dal Forum “ANSA incontra” durante il quale si sono confrontati il sociologo Claudio Cippitelli, il comandante della Polstrada di Verona, Girolamo Lacquaniti e Massimiliano Colognesi, responsabile Affari legali e istituzionali della Ab InBev Italia, multinazionale leader nel settore della produzione della birra. “Consapevolezza e informazione sono fondamentali”, le parole di Colognesi.

“I ragazzi – spiega Cippitelli – conoscono il rischio dell’alcol. Il problema è la differenza tra ciò che conoscono e i comportamenti che mettono in atto, tra cognitivo ed emotivo. Bisogna fare una comunicazione continua e costante, non terroristica o per iperboli”. “L’aspetto repressivo ha la sua importanza – ribadisce Lacquaniti -. Nessuno si mette al volante convinto di fare un incidente, anche quando non è in condizione. Bisogna agire soprattutto sulle sanzioni amministrative, spesso più efficaci di quelle penali. Detto questo, a volte non serve la polizia, ma la famiglia. Ridurre il tutto a repressione di polizia sarebbe una folli”.