L’inasprimento delle sanzioni è una delle misure più idonee per contrastare i furti di sabbia nelle spiagge della Sardegna. Ne è convinto l’assessore regionale dell’Ambiente, Gianni Lampis, che sul tema è stato ascoltato nella commissione del Consiglio regionale presieduta da Giuseppe Talanas. Tuttavia, ha spiegato l’esponente della Giunta Solinas, “occorre definire misure diversificate perché spesso i responsabili delle violazioni sono stranieri e ciò rende difficile attivare procedimenti amministrativi, ad iniziare dalla semplice notifica”.

Ecco perché “il Corpo forestale sta studiando le possibilità tecnico giuridiche di spostare la sanzione dalla persona fisica al mezzo di trasporto utilizzato, introducendo un sistema simile a quello delle ganasce fiscali”, ha osservato Lampis. Ma sanzionare non è l’unica strada. Secondo l’assessore “vanno messe in rete le attività e le buone pratiche già sperimentate in alcune realtà come l’Area marina protetta di Tavolara, coinvolgendo una platea sempre più ampia, dagli stabilimenti balneari ai centri di educazione ambientale e in generale tutti i soggetti pubblici e privati che a vario titolo si occupano dell’accoglienza di turisti e visitatori”.

In Sardegna, ogni estate, si verificano sempre più spesso i furti di sabbia da parte di turisti che vengono sorpresi nel momento di ripartire in porti e aeroporti con chili di sabbia prelevata dalle più note località dell’isola.