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E’ compatto il fronte di solidarietà degli antimilitaristi e indipendentisti nei confronti dei 45 indagati nell’inchiesta sulle manifestazioni contro le basi militari in Sardegna. “L’arrivo di 40 denunce, molte delle quali riguardano militanti di A Foras, a meno di un mese dalla manifestazione prevista per il 12 ottobre di fronte al poligono di Capo Frasca è un chiaro messaggio intimidatorio che mira a spaventare tutti quelli che vorrebbero manifestare la propria contrarietà all’occupazione militare della Sardegna – commenta il comitato “A Foras” che combatte da anni contro le servitù militari nell’Isola.

“Esprimiamo solidarietà incondizionata – affermano gli indipendentisti – a tutti coloro che sono stati raggiunti dalle denunce. Ribadiamo con forza che il terrorismo è quello di chi distrugge quotidianamente la nostra terra con le esercitazioni militari, di chi ha fatto ammalare civili e militari con l’utilizzo dentro i poligoni di sostanze inquinanti”. Infine il comitato rinnova l’appuntamento per il 12 ottobre alle 15 a Capo Frasca per la manifestazione nei pressi del poligono interforze: “Manifesteremo liberamente – conclude la nota – come è nei nostri diritti, e prometteremo che prima o poi quelle basi non occuperanno più la nostra terra”.

Sull’inchiesta si è espressa anche il movimento politico indipendentista Caminera noa. “Noi non abbiamo paura – scrivono gli attivisti esprimendo solidarietà agli indagati – Puntuale come un orologio svizzero, a poco più di venti giorni dalla mobilitazione contro l’occupazione militare italiana della Sardegna, arrivano le pesantissime accuse a diversi attivisti del movimento per la smilitarizzazione della Sardegna. La finalità è chiara: fermare il movimento contro l’occupazione militare e circondare con una cortina di terrore e sospetto la mobilitazione del 12 ottobre 2019 a Capo Frasca, per scoraggiare la partecipazione popolare”.