Doveva essere sentito il maresciallo del Noe dei carabinieri, primo testimone dell’accusa al processo per i veleni di Portovesme che vede imputati a Cagliari i vertici di Eurallumina. Invece, a sorpresa, il pm Marco Cocco ha proposto che l’esame del suo teste venisse sostituito da una relazione che è stata messa a disposizione delle difese che nelle prossime udienze contro esamineranno il maresciallo del Nucleo operativo ecologico.

L’udienza di questa mattina davanti alla prima sezione del tribunale, presieduta da Tiziana Marogna, si è chiusa così in pochi minuti, mentre nella scalinata esterna del Palazzo di giustizia gli ambientalisti del Sulcis hanno organizzato, come ormai succede in occasione di ogni udienza, un sit-in contro i responsabili dell’inquinamento. Il reato contestato agli imputati è disastro ambientale, riferito alle sostanze tossiche che sarebbero state prodotte nello stabilimento di Portovesme e poi rilasciate in aria, sul terreno e nei corsi d’acqua.

Sotto processo ci sono l’amministratore delegato dell’azienda, Vincenzo Rosino, e il direttore della fabbrica, Nicola Candeloro. Parti civili gli ambientalisti e il Wwf con gli avvocati Riccardo Schirò e Gian Michele Sideri. Prossime udienze il 21 e il 26 febbraio.

Davanti al tribunale di è svolto un sit in promosso dal Movimento “Sardegna Pulita”, il sinndacato Usb, ilCagliari Social Forum e Donne Ambiente Sardegna, con l’ex europarlamentare Giulia Moi.

” Denunciamo il tempo lungo del rinvio, deciso per il 21 febbraio 2020 per il controesame del teste e per il 26 febbraio per sentire tutti i consulenti tecnici della difesa e parti civili”, afferma  Angelo Cremone  di Sardegna Pulita.