È stata vinta da Luisa Anedda la prima edizione del Premio di laurea “Alessandra e Valentina Marini”. Il riconoscimento, nato dall’iniziativa dei coniugi Franco – già docente dell’ateneo – ed Elisabetta Marini per far conoscere la storia della beta talassemia major e dei soggetti sardi affetti da questa patologia, è stato assegnato questo pomeriggio dal rettore Maria Del Zompo. Altro fine del premio è quello di incentivare medici e ricercatori a proseguire gli studi sulla beta talassemia.

La tesi è stata discussa alla Facoltà di Medicina e chirurgia con Paolo Moi, docente della facoltà, sul tema “Valutazione del rischio teratogeno dei ferrochelanti nella beta-talassemia: un’esperienza monocentrica”. Alla neodottoressa in Medicina e chirurgia vincitrice del Premio è andato un assegno di 1500 euro. La tesi riporta gli esiti di uno studio effettuato su due gruppi di pazienti talassemiche in gravidanza nelle quali la “terapia chelante” (considerata come variabile indipendente) era stata interrotta.

Nel primo gruppo, all’inizio della gravidanza o prima di essa e nel secondo gruppo dopo circa un trimestre dall’inizio. La variabile dipendente era rappresentata dalla frequenza e dalla tipologia di eventuali malformazioni congenite nei neonati del secondo gruppo di madri. Il test statistico utilizzato dalla dottoressa Anedda (regressione logistica) non ha evidenziato differenze significative tra i neonati dei due gruppi di madri.