Il problema è sempre lo stesso: il costo dell’energia è troppo alto e, senza soluzioni, a breve Sider Alloys – la multinazionale dell’alluminio che più di un anno e mezzo fa ha rilevato lo stabilimento ex Alcoa di Portovesme – potrebbe decidere di andar via. Ancor prima di avere riavviato la produzione.

E gli operai ritornano in piazza. Oggi alcune decine di manifestanti si sono ritrovati davanti a Villa Devoto, sede della presidenza della Regione Sardegna. Alle 12.30 è anche previsto un incontro con il governatore Christian Solinas. “Chiediamo una soluzione da troppo tempo, ancora una volta ci auguriamo che la Regione sia dalla nostra parte – dice Bruno Usai di Fiom Cgil – ora poi siamo entrati nella partita della decarbonizzazione che mette tanta incertezza”. Quanto all’investitore, Sider Alloys, “ci ha già fatto sapere di non aver avuto alcun riscontro da parte del Governo, né che vi sia la reale intenzione di chiudere positivamente”.

Insomma, dice Usai, “siamo tornati in una zona d’ombra”. Eppure il decreto salva Ilva di un mese fa, con la previsione di agevolazioni per aziende che investono sull’energia verde, aveva fatto ben sperare. Ma a quel punto le sigle si attendevano una convocazione al Mise che però non è mai arrivata. Intanto la questione ammortizzatori sociali, con la mobilità per le aree di crisi complessa prorogata fino al 31 dicembre, è risolta. Ma si ripresenterà per il 2020. Rino Barca, segretario regionale Fsm-Cisl ribadisce che “non è stato definito l’ammortizzatore sociale per il 2020 per circa 500 lavoratori per i quali il beneficio scade il 31 dicembre: insomma un dramma sociale che la politica sta sottovalutando”.