L’Ansa, il 26 Novembre del 2018 (quasi un anno fa), ci metteva a conoscenza delle gesta dell’Onorevole Ugo Cappellacci il quale, mosso dal suo proverbiale altruismo, dava il via ad un personale sciopero della fame come forma di protesta contro la Regione (guidata da una giunta di sinistra), affinché pagasse i propri debiti verso Aias.
Quei giorni si sprecarono i ringraziamenti dei vertici Aias nei confronti di colui che si immolava per salvaguardare gli stipendi dei lavoratori e per difendere i pazienti dell’Aias. Il deputato di Forza Italia, Ugo Cappellacci, lo annunciò prima su Facebook e poi iniziò la sua protesta insieme a due mamme che da anni affidano i loro figli all’Aias.
Il problema come ricordava l’Ansa, era ben noto: il 31 dicembre del 2018, per decisione della Regione, sarebbe scaduta la convenzione con l’associazione.

Il futuro dei pazienti, quasi quattromila, sarebbe stato affidato ad altre strutture. All’epoca dei fatti, Cappellacci, che era presente all’affollata assemblea dell’Aias, sostenne che (riportiamo da fonte Ansa): “la Regione sta facendo di tutto per non pagare i debiti e mettere in difficoltà l’Aias. Sappiamo che c’è una delibera per programmare il futuro: dubito che si possa sostituire in poco tempo una struttura che ha un’attività decennale”. Cappellacci, quel giorno, attaccò l’assessore della Sanità Luigi Arru: “Non si è presentato all’assemblea e dice la sua solo con la tastiera – spiegó – questa giunta non ha fatto niente per risolvere questa situazione”.
Quanto alla sua scelta di effettuare lo sciopero della fame disse: “Una forma estrema di protesta per sensibilizzare la Regione. Andremo avanti sino a quando non saranno sanati i debiti della Regione che potranno consentire all’Aias di regolarizzare i pagamenti ai dipendenti”.

Ora, noi, mestamente, vorremmo fare a una semplice domanda all’eroico, solidale e altruista onorevole Cappellacci. Per farlo ci affidiamo all’amico Simone che da sempre ci sta a fianco in questa sofferta vertenza.
Onorevole, le chiediamo: lei che quel giorno di quasi un anno fa era seduto in quel padiglione della fiera di Cagliari ( padiglione che ancora ci si domanda da chi fu pagato l’affitto o da chi fu donato quello spazio – vedere intervista su Cagliaripad  ad Alberto Randazzo) insieme a marionette, burattini, nani e ballerine….
– cosa pensa oggi, alla luce dei nuovi fatti, della lettera della presidente dell’Aias (arrivata a scandalizzare perfino il Parlamento) nei confronti di quei dipendenti dell’Aias che hanno iniziato lo sciopero della fame per difendere i propri diritti?
– cosa pensa di quella presidente dell’Aias che solo un anno fa era vicinissima a colui (cioè lei) che eroicamente iniziava quella forma estrema di protesta ed oggi invece minaccia ritorsioni contro coloro che oltre ad aver subito una serie di incredibili ingiustizie si vede violentare ancora una volta nei propri diritti?
E visto che ci siamo….
cosa pensa di quella sua forma di protesta contro una Regione che oggi, è stato provato dalla commissione d’inchiesta e confermato all’unanimità dal Consiglio regionale, aveva tutti i sacrosanti motivi di interrompere già da allora qualsiasi rapporto con l’associazione rimandando al mittente qualsiasi richiesta di denaro rivelatasi oggi totalmente infondata?

Ci risuonano ancora nella testa quelle parole: “andremo avanti sino a quando non saranno sanati i debiti della regione che potranno consentire all’Aias di regolarizzare i pagamenti ai dipendenti”.

Ma quali debitiiiiiiiiii??? Forse dopo la richiesta di istanza di fallimento presentata dal Sostituto Procuratore Dott. Caria, dopo il concordato preventivo la cui fattibilità sarà verificata dai commissari giudiziali incaricati dalla Sezione Fallimentare del Tribunale di Cagliari e dopo le varie inchieste aperte a carico di ignoti dai Sostituti Procuratori Dott. Vacca e ancora Dott. Caria si è fatto una nuova idea sulla reale situazione dei fatti?

 

Dipendenti Aias e Fondaz. Randazzo