latte-confagricoltura-sardegna-and-quot-soluzioni-martina-inutili-and-quot

La Regione deve farsi “promotore e garante di un confronto tra le rappresentanze di chi vende latte e di chi acquista per definire un diverso e più remunerativo prezzo a saldo e per concordare un equo prezzo di acconto per la campagna che sta per iniziare e vanno rimossi quei nodi strutturali che impediscono lo sviluppo del comparto”. Lo chiede la Copagri che ha riunito a Sardara gli allevatori.

“Non basta l’annuncio della prossima decretazione ministeriale volta all’utilizzo dei 10 milioni stanziati dalla recente Legge n. 44 a favore dei contratti di filiera nazionali – osserva Pietro Tandeddu, responsabile nazionale per Copagri del settore – mancano altri decreti di attuazione previsti dalla norma e che sono riferiti all’acquisto del pecorino romano per gli indigenti, al registro telematico che imporrà la comunicazione mensile del latte acquisito da parte degli acquirenti similmente a quanto avviene da tempo per il latte vaccino e di bufala, all’abbattimento degli interessi sui prestiti, alla promozione delle produzioni lattiero-casearie, così come il ministero deve rispondere alla pressante e vecchia richiesta di ricostituzione del Tavolo di filiera ovicaprina nazionale”.

“L’autoregolamentazione del pecorino romano rimane elemento essenziale per evitare le crisi cicliche del comparto; considerata la bocciatura del piano proposto dal consorzio, è opportuno – continua Tandeddu – la riapertura del confronto per apportare ad esso qualche opportuna modifica e trovare, da subito, il momento per concordare alcune necessarie modifiche dello statuto e del disciplinare, puntando in primo luogo, alla codifica di un ‘pecorino romano da tavola’ a basso tenore di sale, riconoscibile agli occhi del consumatore”. Secondo Copagri, “la Regione non può scaricare l’onere della soluzione dei problemi esclusivamente sul ministero; il ministero ha le sue competenze e le sue responsabilità ma vale la pena ricordare che la Regione ha competenza primaria in campo agricolo. Altri impegni sarebbero a carico di altri attori della filiera come Oilos che deve dedicarsi alla definizione di un contratto tipo di contrattazione tra le parti. Né si può sottacere che la cooperazione ha vecchie debolezze che richiedono di essere rapidamente superate”. Infine “non mancano responsabilità da parte degli stessi pastori che dovrebbero adoperarsi per il contenimento dei costi, ben sapendo che il reddito è frutto anche di questo e non solo di una migliore remunerazione della materia prima”.