La mancata collaborazione con la giustizia non impedisce la concessione di permessi premio agli ergastolani per mafia, purché siano esclusi collegamenti con la criminalità organizzata e il condannato abbia dato prova di partecipazione al percorso rieducativo. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale decidendo sulla questione dell’ergastolo ostativo. Si valuterà caso per caso.

Il Guardasigilli, Alfonso Bonafede: ‘Uffici al lavoro per valutare conseguenze’.

Il segretario della Lega,  Salvini: la sentenza sui permessi premio agli ergastolani  ‘è devastante e cercheremo di smontarla con ogni mezzo legalmente possibile’. ‘Mi permetto di aggiungere – ha detto ancora il leader della Lega – che è una sentenza diseducativa e disgustosa’.

Per l’associazione ‘Nessuno tocchi Caino’ la decisione della Corte Costituzionale “apre una breccia nel muro di cinta del fine pena mai”.

Per il presidente dell’Unione camere penali, Caiazza: la sentenza è ‘una spallata all’ergastolo ostativo, una decisione che cancella un principio orrendo, quello del carcere senza nessuna speranza. E non intacca in nessun modo la nostra sicurezza, il diritto dei cittadini ad essere protetti dalla criminalità pericolosa’.

Sebastiano Ardita, a lungo magistrato antimafia: dopo la sentenza della Consulta ‘sta al Parlamento mantenere fermo il sistema della prevenzione antimafia e fare la propria parte per impedire che quella che dovrebbe essere una eccezione diventi una regola che va a beneficio di personaggi capaci di riorganizzare Cosa nostra e non rivolta a chi – in base a prove certe – sta fuori dalla organizzazione. Dovremo aspettarci una prevedibile pressione delle organizzazioni mafiose sulla Magistratura di sorveglianza’.