Tre sale parto completamente rinnovate e una sala operatoria a pochi metri di distanza. Quasi una rivoluzione nel Reparto di Ginecologia e ostetricia dell’Ospedale San Martino di Oristano, dove le partorienti potranno trascorrere i momenti del travaglio e del parto in un unico ambiente assieme al proprio accompagnatore e in caso di cesareo d’urgenza non si perderanno minuti preziosi per arrivare in sala operatoria come succedeva finora. Ma la vera rivoluzione forse è quella raccontata dal nuovo primario del Reparto Angelo Multinu”.

“Quello che dobbiamo favorire è una sempre minore medicalizzazione del parto e un ritorno alla sua naturalità, perché il parto è un evento fisiologico, non patologico”, ha detto Multinu spiegando che naturalmente i medici saranno sempre pronti a intervenire tempestivamente se ce ne sarà bisogno. Le nuove sale parto, dotate di diversi strumenti per favorire il parto attivo e affrontare meglio il travaglio e la nuova sala operatoria, costate complessivamente circa 400mila euro, sono state inaugurate con il taglio del nastro e la benedizione dell’arcivescovo Roberto Carboni e come ha spiegato il direttore della Assl Mariano Meloni arricchiscono la sanità oristanese una struttura moderna che garantirà alle partorienti tutto il confort e la sicurezza necessari.

Tanto più che alle mamme sarà consentito di tenere il bambino nella propria stanza almeno 12 ore al giorno e ai padri di stare in loro compagnia anche fuori dall’orario delle visite. L’ospedale San Martino di Oristano nel 2018 ha registrato 680 parti, numeri che risentono della pesante crisi demografica registrata a livello provinciale. Circa l’80 per cento delle donne ha scelto il parto indolore attraverso l’epidurale, mentre la proporzione dei parti con taglio cesareo primario (le donne sottoposte per la prima volta a un cesareo) è stata del 21,19% sul totale dei parti.