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“Come valutare la pessima politica ambientale della Regione autonoma della Sardegna per la tutela del Riccio di mare?”. È questo l’inizio del comunicato stampa da parte del Grig, la nota associazione onlus del Gruppo d’Intervento Giuridico, sempre più preoccupata per la pesca dei ricci in Sardegna.

“Il Riccio di mare è in via di rapida rarefazione, in particolare nei mari sardi, a causa del pesante prelievo a fini gastronomici, tant’è che sempre più ristoratori, giustamente, li escludono dai propri menù. Imperversa, poi, il prelievo abusivo e non si contano i sequestri da parte delle Forze dell’ordine”.

“La situazione è davvero grave” incalzano nel comunicato “e necessita forti misure di salvaguardia, quantomeno la sospensione della raccolta dei ricci per almeno tre anni”.

Non solo, poi, il vecchio assessore regionale all’agricoltura, Pierluigi Caria prorogò la raccolta dei ricci per ulteriori 15 giorni, su richiesta dei pescatori, ma “ora” – continua il Grig – “l’attuale assessore regionale dell’agricoltura Gabriella Murgia, con il proprio decreto del 24 ottobre 2019, autorizza la raccolta di 2 mila ricci al giorno per ogni pescatore professionista fino al 15 aprile 2020, incurante delle richieste di moratoria provenienti da più parti, fra cui le Amministrazioni comunali di S. Antioco, Calasetta, Portoscuso”.

In conclusione “il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ribadisce la propria richiesta di sospensione della pesca del riccio di mare per almeno tre anni e fa appello a tutte le persone sensibili e ai ristoratori: non consumiamo ricci di mare”.