La crisi nel gruppo M5S nel Consiglio regionale della Sardegna è conclamata. Uno dei sei eletti alla tornata del 24 febbraio, Elena Fancello, ha scelto di passare al Misto. La frattura tra i pentastellati risale, però, a un mese fa, in occasione dell’approvazione della mozione proposta dalla Lega per l’abrogazione della quota proporzionale della legge elettorale nazionale. In quel caso, in due su sei – la Fancello, appunto, e Carla Cuccu – votarono a favore.

Cioè in modo difforme, secondo la capogruppo Desirè Manca, rispetto alla linea prevista a livello nazionale. Nei giorni scorsi è stato a Cagliari il sottosegretario agli Esteri Manlio di Stefano, ma nella veste di rappresentante dello staff del Movimento. Ha ascoltato i sei consiglieri regionali e adesso è atteso l’esito dell’istruttoria avviata dallo staff sul futuro del gruppo, con riferimento alla permanenza o meno delle due “ribelli” nel M5s. Fancello, però, ha agito d’anticipo. “Pensavo di aver aderito ad un libero Movimento di cittadini, non ad un’azienda cui obbedire senza possibilità di contraddittorio”, spiega.

“Sono stata destinataria via mail di un diktat del capo politico nel quale mi si invitava ad: astenersi dal rilasciare qualsiasi tipo di dichiarazione o intervista presso qualsiasi media, pena l’adozione di provvedimenti disciplinari”, denuncia. Inoltre, “sono stata esclusa dalla partecipazione ad eventi istituzionali di gruppo quale quello con il Presidente del Consiglio Conte, in visita a Cagliari: ho anche chiesto pubblicamente un chiarimento politico da parte della Capogruppo senza essere stata degnata della benché minima risposta”. Tutto ciò è legato alla mozione di richiesta di referendum, sulla quale però, sottolinea Fancello, c’era “libertà di voto”.