“Tra il 2020 e il 2030 il flusso di nuovi migranti potrebbe raggiungere la cifra record di circa 230 milioni di persone, quasi quanto la loro attuale consistenza. In Europa, tuttavia, gli arrivi previsti non basterebbero più a impedire una sensibile diminuzione del numero di persone in età attiva”.

È il quadro tracciato dal governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco sul futuro di popolazione e migranti nel corso della inaugurazione dell’anno accademico 2019-2020 all’Università di Cagliari. “Nei prossimi 25 anni – ha spiegato Visco – il numero di persone di età compresa tra 20 e 64 anni scenderà di quasi 30 milioni in Europa, 6 dei quali in Italia. La stessa classe di età aumenterà fortemente, invece, in Africa e in Asia, rispettivamente di circa 570 e 290 milioni nelle previsioni delle Nazioni Unite: le risultanti pressioni migratorie saranno fortissime”.

“Soprattutto nei paesi avanzati le tendenze demografiche stanno mettendo sotto pressione le finanze pubbliche e spingendo al rialzo la dinamica del rapporto tra debito e prodotto. L’invecchiamento della popolazione determina una crescita delle spese per le pensioni e per l’assistenza sanitaria che, a parità di altre condizioni, causa un aumento del disavanzo e del debito. In Italia, grazie alle riforme della previdenza pubblica attuate negli ultimi tre decenni, questo fattore non ha più un grande peso”. Lo dice il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. Per contrastare “il progressivo calo della popolazione in età attiva” che “peggiora le prospettive di crescita del Pil”, – aggiunge Visco nel corso del suo intervento durante l’inaugurazione dell’anno accademico 2019-2020 all’Università di Cagliari – servono “interventi volti ad accrescere la produttività e la partecipazione al lavoro (bassa oggi per le donne, per i giovani e nel Mezzogiorno)”.

“La ‘crisi ambientale’ potrebbe ridurre il reddito pro capite mondiale di quasi un quarto entro il 2100 rispetto al livello che si potrebbe altrimenti raggiungere, con riduzioni forti soprattutto nel Sud del mondo e più lievi (in qualche caso aumenti) nel resto del pianeta”. È il monito di Ignazio Visco Governatore della Banca d’Italia, intervenuto all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Universitá di Cagliari. “In assenza di incentivi più adeguati per gli investimenti ‘verdi’, di una regolamentazione più stringente o di una tassazione più accentuata delle fonti di energia maggiormente inquinanti, la crescita delle emissioni di gas serra porterebbe infatti a un incremento della temperatura del pianeta che, secondo i principali modelli climatici, raggiungerebbe i 3-5 gradi entro la fine di questo secolo – ha aggiunto il Governatore di Bankitalia – Nel 2018 l’aumento della temperatura media globale rispetto al periodo 1961-1990 è stato di 0,98° a livello globale e di 1,71° in Italia. Anche se forti variazioni della temperatura sono già avvenute in passato, per la prima volta oggi accadono per effetto dell’azione dell’uomo. La velocità del cambiamento previsto e la sua apparente inesorabilità sono tali da richiedere una risposta in tempi assai rapidi”.

Italiani poco ferrati in competenze finanziarie che “sono basse nel confronto internazionale, soprattutto per ciò che attiene alla conoscenza dei concetti di base e ai comportamenti nella gestione del risparmio”. Lo ha detto Ignazio Visco Governatore della Banca d’Italia, intervenuto questa mattina nel corso della inaugurazione dell’anno accademico 2019-2020 dell’Università di Cagliari. “Secondo l’indagine condotta dalla Banca d’Italia nel 2017 sulla base della metodologia definita dall’OCSE, il punteggio medio complessivo degli italiani è di 3,5 (su un massimo di 7), contro una media di 4,3 per i paesi del G20 – ha spiegato Visco – un livello modesto, non spiegabile solo con il minore grado di istruzione o altre caratteristiche socio-demografiche sfavorevoli. Gli italiani sono tuttavia più prudenti nel valutare le proprie conoscenze finanziarie”.

“I divari di competenze investono in modo preoccupante anche la sfera delle conoscenze digitali. Oggi solo il 44% degli italiani possiede abilità digitali, 13 punti percentuali in meno rispetto alla media della Ue, area nella quale siamo quartultimi”. Così il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, all’inaugurazione dell’anno accademico 2019/20 dell’Università di Cagliari. “Il confronto ci vede in svantaggio in tutte le fasce di età – ha spiegato – e specialmente tra gli individui che non hanno terminato il ciclo di studi superiori. I dati indicano che, rispetto agli altri Paesi, gli italiani frequentano la scuola di meno, vi apprendono di meno e curano poco la formazione anche dopo la scuola. Considerato che anche il tasso di disoccupazione è elevato e la partecipazione al mercato del lavoro bassa, ciò porta su livelli ben superiori alla media europea la quota dei cosiddetti ‘Neet’, i giovani non impegnati nello studio, nel lavoro o nella formazione”. La cerimonia si è aperta con uno spot contro la violenza di genere, accompagnato dal discorso della rettrice Maria Del Zompo. “La cultura del dominio e del possesso va combattuta con lo strumento della conoscenza”, ha detto la Magnifica, sottolineando poi il buono stato di salute dell’ateneo cagliaritano nonostante i tagli pesanti sui finanziamenti. “Una Università che cresce – ha chiarito la rettrice – offrendo sempre più servizi agli studenti. Con una attenzione al diritto allo studio, alla parità di genere a alla internazionalizzazione non solo con il programma Erasmus ma anche accogliendo i ragazzi che arrivano dal Nord Africa e mettendoli in condizione di proseguire il loro percorso di studi”. E i successi arrivano. “Abbiamo tanti studenti meritevoli, sono l’orgoglio – ha detto Del Zompo – di tutta la Sardegna”.