pili-and-quot-carcere-iglesias-diventer-and-agrave-centro-per-migranti-and-quot

“Se si fosse trattato del 1° aprile uno scherzo che poteva stare, considerata la demente visione che hanno in Europa della Sardegna e della civiltà nuragica”. E’ il commento di Mauro Pili, leader di Unidos, alla notizia dell’idea della Regione di realizzare Casa Sardegna con 121 nuraghi in plastica da realizzare nelle città o nei paesi dei 121 circoli sardi distribuiti in Italia e nel mondo.

“Eppure ieri era appena 7 novembre – dice Pili -, nessuna ricorrenza per burle da osteria, nessuna malsana occasione per inventarne una più demenziale di quella già letta. La Regione Sarda, recita l’enfatico comunicato della Presidenza della Regione, costruirà 121 nuraghi nelle sedi dei circoli degli emigrati sardi nel mondo.

Ho atteso qualche ora, ho cercato di confrontarmi sulla fonte, pensavo sinceramente che mi avessero rifilato una burla giusto per farmi sorridere o incazzare! Invece, no, tutto drammaticamente vero”.

“Presidente e assessore del lavoro hanno persino fatto una conferenza stampa per annunciare questa geniale idea del nuraghe artificiale in giro per il mondo. Non c’è più speranza! Siamo definitivamente persi, senza futuro, dinanzi a queste ciclopiche bestialità non resta che arrendersi. Siamo passati da quel nobil uomo dell’assessore al turismo che inneggiava, a suo modo, ad un turismo senza pvc al presidente della regione che distribuisce nuraghi in polistirolo in giro per il mondo.

Del resto da uno che indossa con fierezza lo stemma di Alberto da Giussano cosa ti puoi aspettare? Si può davvero essere così poveri d’intelletto – afferma Pili – da pensare che l’identità di un popolo, la sua riconoscibilità, la sua identità possa essere divulgata realizzando 121 nuraghi di plastica in giro per il mondo? Suvvia solo un burlone, come direbbe Gavino Sanna, solo Ciccioformaggio, poteva osare tanto”.

“Un esercizio da trogloditi della comunicazione – afferma il leader di Unidos -, da bevitori di alcolici in tempi di astinenza. Una simile follia fu messa in campo dalla giunta Pigliaru all’ex Expo di Milano nel 2015. Di punto in bianco tra gli stand di mezzo mondo comparve, tra patatine e pop corn, un nuraghe di foggia firmata da un tale di nome Dante Ferretti, scenografo.

Fu uno schianto – prosegue Pili -, nel senso che sbatterono sul muro del ridicolo con rincorsa e accelerazione. Un insulto, un’offesa, un’indegna rappresentazione di una grande civiltà trasformata in un baraccone da quattro soldi”.

Vi do un consiglio – conclude Pili -, lasciate perdere. Lasciate in pace la civiltà nuragica. Ci sono modi molto più appropriati per valorizzare la nostra storia che promuoverla con quattro ridicoli nuraghi di plastica in giro per il mondo. Serve far sapere che in Sardegna, e solo qui, nell’isola dei nuraghi, si può conoscere una civiltà unica, esclusiva, irripetibile, non clonabile! Dove 5.000 anni fa ingegneri nuragici costruivano quelle ciclopiche fortezze che triangolavano con le stelle. Non baracche da circo!

Fermatevi, prima che ognuno di quei 121 nuraghi plastificati diventi l’emblema del ridicolo, per voi e per la Sardegna”.