Stancanti, noiose, pedanti e claustrofobiche le discussioni sullo stato dell’arte e dell’archeologia nell’isola, sembrano ridurre l’origine dei rituali sociali e creativi connessi ai linguaggi dell’arte a folklore da social network.
Nell’isola dove nasce la Scultura a tutto tondo occidentale, la Scultura (e le forme linguistiche che da essa traggono origine) sembra essersi fermata al tempo dei nuragici.
Rammarica e intristisce che una Pompei del Sinis giacia dormiente da 2800 anni, ma rammarica e rattrista anche che quella del valorizzare la memoria artistica sommersa sembra essere l’unica direzione netta verso la modernità della politica Regionale nel nome della specificità identitaria.

Mi chiedo se nel 2019 un’idea d’arte e cultura residente possa muoversi soltanto partendo dalla cultura nuragica, che è stata l’unico momento linguistico dell’arte isolana identitario e autonomo, ma la vera questione non sarebbe come farla rifiorire?
Non si dovrebbe riflettere su come rigenerarla e tradurla in nuovo umanesimo nuragico che collochi l’isola al centro del mondo dell’arte come lo era al tempo dei nuragici?
Esporre i giganti a San Pietroburgo, a Madrid e a Napoli è sicuramente un meraviglioso biglietto da visita turistico per l’isola, ma poi?
Che cosa scopre poi il turista in relazione a come quel patrimonio ha mosso l’arte contemporanea?

Perché i nuraghe non producono reddito?
Possibile che politicamente non si leghino tutte queste questioni all’assenza d’Alta Formazione Artistica residente nell’area di Cagliari città metropolitana?
Possibile che non ci renda conto che nella seconda isola più grande del Mediterraneo, una rete Accademica diffusa per territori potrebbe tutelare e coltivare tutto questo e tradurlo anche in cultura e ricerca artistica contemporanea?
Sapersi vendere vuole dire a monte sapersi produrre, e in autonomia cosa ha prodotto di realmente significante l’isola post nuragica?
Dove è finita la specificità culturale dell’arte residente nell’isola?
Possibile che tutto si riduca all’indicizzazione di siti internet istituzionali?
Si ragiona su corsi universitari di recupero, d’indagine scientifica e valorizzazione dei beni archeologici, senza considerare che l’area è totalmente scoperta di un corso di alta formazione artistica di restauro e intervento su tutto questo patrimonio sommerso.
Possibile che non si riesca a comprendere come una facoltà d’Archeologia vada configurata connessa a un’Accademia d’Alta Formazione Artistica con annesso un corso di restauro?

Non è ridicolo tentare di smuovere il mondo Accademico nazionale e internazionale sulla questione Giganti di Monti Prama dall’unica Regione in Occidente che può vantare d’avere una città metropolitana priva d’Accademia di Belle Arti ma si fregia d’avere dato i natali alla Scultura Occidentale?
Non è ridicolo ragionare su nuraghe d’esportazione nei circoli sardi, invocando (giustamente) la specificità della memoria dei linguaggi artistici residente identitari con l’identità dell’unica città metropolitana occidentale priva d’Alta Formazione Artistica?

Insomma esportiamo i nuraghi, cuochi e camerieri ma non competenze artistiche altamente specializzate?
Non è il nuraghe la vera casa dei sardi, ma la creatività che li ha determinati con la consapevolezza della bellezza della natura che vivono e abitano da millenni tra pittoresco e sublime, questo è il patrimonio umano da esportare con pari dignità rispetto l’altrove.
Ma il ragionamento politico sul tema arte e cultura sembra essersi ridotto a “in fondo c’è anche una piramide in miniatura di fronte al Louvre”, capite? Al Louvre, a Parigi, dove c’è un’Accademia che svecchiandosi ha fatto la storia dello stesso Louvre e che al Louvre vengono copiati da copisti residenti di professione, nel tempio dove è domiciliata la Monna Lisa di Leonardo, e come si legge tutto questo dall’isola?
Con la piramide che dovrebbe attrarre gli Egiziani a Parigi più della Torre Eiffel, non è un tantino surreale?

Ma di questo si ragiona in quest’isola, eppure dal Palazzo della Regione, si potrebbe nel nome del tanto celebrato e decantato Stauto Autonomo Sardo e del suo articolo nr.5 lavorare e progettare in autonomia un’Accademia di Belle Arti di Cagliari che sappia in autonomia e in sinergia con quella di Sassari porre a sistema l’Alta Formazione Artistica isolana residente, non lo ricordare?
“La Regione ha facoltà di adattare alle sue particolari esigenze le disposizioni delle leggi della Repubblica, emanando norme d’integrazione ed attuazione sulle seguenti materie:
Antichità e Belle Arti”.

di Mimmo di Caterino