Il primo è stato Baunei, in Ogliastra, ma in poche ore il tam tam è rimbalzato in tutta la Sardegna. E ora è corsa, dal sud al nord dell’Isola, per far avere la cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre, ex deportata di Auschwitz e ora sotto scorta a seguito delle minacce via web. Nel centro Sardegna, sulla scia dell’appello lanciato su Facebook dell’emittente nuorese Radio Barbagia, sono 60 finora i sindaci che hanno aderito.

“Abbiamo conferito cittadinanze onorarie a cantanti, scrittori, musicisti, calciatori, diamone una alla storia, alla tolleranza, al rispetto e alla democrazia – si legge nel post del direttore Graziano Canu – se dovessimo centrare l’obiettivo del 100% dei comuni sardi che aderiscono all’iniziativa faremo un raduno a Nuoro per festeggiare. Un gesto simbolico ma forte per far capire da che parte si schierano i sardi”. Si mobilita anche il nord Sardegna. A Sassari è il centrosinistra compatto a chiedere al Consiglio comunale di concedere la cittadinanza alla senatrice “quale segno di riconoscimento del valore universale della lotta contro ogni forma di discriminazione e di violenza”.

Una mozione in tal senso è stata protocollata a Palazzo Ducale, prima firmataria la consigliera del Pd Carla Fundoni. Nel documento dell’opposizione si ricordano “l’alto valore morale e civile” dell’impegno di Liliana Segre, “il valore collettivo della sua storia personale” e quello “etico della sua testimonianza”, oltre ai recenti episodi di intolleranza che hanno convinto il prefetto di Milano a decidere per la scorta.